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I verbi del mattino

Don Livio Tonello, direttore

Il nuovo giorno inizia con l’alba, prima parte della giornata che si allarga nell’aurora. Per molti è il momento più bello, per altri un fastidioso esodo dal mondo dei sogni. In quei frangenti due sono i verbi che esprimono i primi attimi dell’aprirsi al mondo: svegliarsi e alzarsi. Sono verbi riflessivi che dicono una azione che ci riguarda, messa in atto dalla e sulla nostra persona. Il primo, svegliarsi, non comporta nemmeno un atto volontario perché gli occhi si aprono naturalmente. Si passa dal sonno allo stato di veglia senza rendersene conto. La sensazione è quella di passare dalla morte alla vita, da una condizione di incoscienza a una esistenza consapevole. Alzarsi, invece, comporta un esercizio di volontà... e a volte molto impegnativo. Una volontà sostenuta dagli impegni che ci attendono, dal senso del dovere, dal desiderio di fare qualcosa. Che sia stato così anche per la risurrezione di Gesù? I verbi del mattino di Pasqua usati negli scritti neotestamentari - Dio lo ha risuscitato dai morti (At 3,15), è stato risuscitato (Rm 4,25), è risuscitato (1Ts 4,14) - sono espressivi di una insospettata profondità di significati: destare, far sorgere dal sonno, far alzare chi giace, rialzare, rialzarsi da terra.…

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