Anno 137 - Dicembre 2025Scopri di più
In tasca il biglietto per il viaggio
Elide Siviero

Il mio parroco ha raccontato una piccola storia che non sa da dove arrivi: sembra giri per il web. Parla di un papà che ogni anno accompagnava il figlio dalla nonna in montagna per trascorrere le vacanze estive, e poi tornava a casa nella giornata successiva. Un giorno il bambino chiese ai genitori di poter andare da solo dalla nonna, perché si sentiva ormai grande. Dopo una breve discussione, i genitori accettarono. Lo accompagnarono alla stazione e mentre erano in attesa della partenza del treno, gli fecero mille raccomandazioni, mentre il figlio rispondeva un po’ spazientito: «Lo so, me l’avete detto più di mille volte!». Quando il treno stava per partire, il padre mormorò all’orecchio del ragazzino: «Figliolo, se ti senti male o insicuro, questo è per te», e gli mise qualcosa in tasca. Seduto finalmente da solo sul treno, come voleva, per la prima volta senza i suoi genitori, cominciò ad ammirare il paesaggio dal finestrino, ma si accorse che attorno a lui alcuni sconosciuti parlavano rumorosamente. Il capotreno gli chiese come mai viaggiasse da solo, dove fossero i suoi genitori e anche gli altri passeggeri cominciarono a fare commenti su questo fatto: alcuni lo guardavano con tristezza, altri con un’aria di rimprovero... (continua)
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