Anno 133 - Maggio 2021Scopri di più

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Il Cristianesimo, il Papa e la Cina

a cura della Redazione

Ultimamente ho sentito parlare spesso della Chiesa Cattolica in Cina. Immagino che il regime politico, di ispirazione comunista, cerchi di limitare e tenere sotto controllo ogni credo religioso, ma non capisco allora perché, di fronte all’atteggiamento di dialogo promosso da papa Francesco, si alzino critiche e dubbi anche da parte di sacerdoti e vescovi, per non dire poi delle intimazioni da parte degli Stati Uniti. Su questo tema ho una grande confusione: mi potrebbe spiegare la questione con parole semplici?

L.N. (Novara)

Questioni complesse in parole semplici, non è facile. Ma ci provo! Papa Francesco ha creato le condizioni per una collaborazione con il governo cinese circa la nomina dei vescovi. Si tratta di un tentativo per uscire dalla situazione assai complicata di una Chiesa in parallelo: quella governativa in cui i vescovi erano nominati dal Governo comunista, e quella in cui i vescovi erano nominati dalla Santa Sede. Per anni questo ha creato una situazione assai difficile per i cristiani che vivono in Cina con esperienze di persecuzione talora assai dolorose. Chiaramente questo graduale e prudente tentativo di regolarizzare la situazione in Cina accettando di dialogare con il governo in modo franco, ma non rigido è un passaggio delicato. La reazione di alcune frange ecclesiali e di alcuni governi come quello degli Stati Uniti è dovuta al fatto che temono che questo possa rafforzare ulteriormente il ruolo della Cina sullo scacchiere mondiale. La Santa Sede ha deciso di continuare nella linea del dialogo prudente e graduale con il governo cinese con l’intento di poter assicurare ai cristiani cinesi una situazione il più possibile serena. Tutto questo richiede pazienza e grande equilibrio, vista la complessità della situazione e un passato in cui molti cristiani hanno pagato un prezzo altissimo per la loro fedeltà alla comunione con la Chiesa di Roma. Ma non si può rinunciare a sperare il meglio per tutti per evitare che le situazioni rimangano impigliate a motivo della paura.