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Dimmi che albero fai... e ti dirò chi sei

Elide Siviero

Mi piacciono tanto gli alberi di Natale. Da bambini, per tenerci occupati durante un viaggio lungo, la mamma invitava noi figli a contare gli alberi di Natale che vedevamo dai finestrini dell’autovettura. Confesso che ancora adesso, che sono una vecchia signora, mi sorprendo a calcolare quanti ne vedo: mi è rimasta dentro l’esigenza della conta, come se numerarli desse a ogni albero la dignità di esistere. Mi sorprendono quelli preparati per gli spazi esterni: mi paiono un gesto di gratuità; non sono chiusi dentro le case per rallegrare solo la famiglia, ma troneggiano all’aperto e annunciano con le loro luci l’avvento della Luce divina. Ma quelli che mi incuriosiscono sono proprio gli alberi di Natale domestici. Se ci fate caso, non ce n’è mai uno uguale a un altro. Il mio è un po’ caotico, pieno di colori, con lucine di vario genere, un po’ invadente perché un po’ grande per lo spazio ristretto in cui lo pongo, ma anche tanto simpatico, caldo. Le palline sono di vario genere: da quelle preziose che si rompono solo a guardarle, a quelle di corda messe nelle parti più basse, così se cadono non succede nulla. Quello di mia suocera è ordinatissimo: ogni…

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