Anno 137 - Ottobre 2025Scopri di più

Ottobre 2025 ass univ sant antonio
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Fermati un attimo per ripartire da te

Gabriele Pedrina

Un ragazzo entra in un negozio e chiede un quaderno. Il commesso parte con mille domande: a righe o a quadretti, per scuola o personale, solo per lei, testi lunghi o appunti, penna o matita? Il giovane resta spiazzato, quando un altro cliente entra spazientito e sbotta: «Ecco le foto delle piastrelle e del water, ora me lo dà un rotolo di carta igienica?». La scena fa ridere, ma dice qualcosa di vero: ci dà fastidio quando qualcuno ci rallenta. Siamo abituati a decidere in un click, ordinare su Amazon, pagare e aspettare il corriere. Nessun commesso che ti chiede dettagli inutili. Chi è nato con internet non ha quasi mai conosciuto l’attesa. Il “subito” è la normalità. Vale per lo shopping ma anche per parlare: messaggi da tre parole, emoji, abbreviazioni, note vocali sparate una dietro l’altra. O i commenti ai post, scritti di fretta solo per esserci: un cuore, un insulto, un “lol”. L’importante è far vedere che sei sul pezzo, non dire qualcosa di sensato. Ma non sempre la velocità è un vantaggio. A volte serve lo stop, il buffer, la pausa tra un’azione e l’altra. Pensaci: quando Netflix ti chiede “Vuoi continuare a guardare?”, può darti…

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