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Odio le appoggiature

Elide Siviero

Ho una vera idiosincrasia per le appoggiature nel canto. L’appoggiatura è una notina di espressione, che precede la nota reale e prende il suo valore da essa. Capisco che se parlo di questa faccenda con un linguaggio tecnico, molti lettori non sapranno raccapezzarsi: non tutti sanno cosa sia un “abbellimento”, che nella notazione musicale è una nota o un gruppo di note dette accessorie, di fioritura, ornamentali o ausiliarie, inserite nella linea melodica con funzione non strutturale, ma decorativa e/o espressiva. Insomma, sono definizioni per addetti ai lavori. Potrei chiarire la questione “appoggiatura” definendola quella nota su cui ci si appoggia per raggiungerne un’altra. La voce fa come una curvetta, non canta la nota indicata, ma la abbellisce in questo modo. Ecco: io non sopporto questo. So che è molto di moda, non tanto nella musica pop o rock (la guarderebbero con orrore), ma proprio nelle canzoni religiose. Nel canto lirico le fioriture, gli abbellimenti, richiedono una maestria eccelsa; le appoggiature solitamente non ci sono nel canto vocale, ma solo nella musica strumentale, mentre invece nelle cosiddette “canzoni di chiesa” è tutto un susseguirsi di queste appoggiature. Credo che questo sia dovuto al fatto che chi canta una canzone religiosa…

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