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La vita è un dono per cui gioire

a cura della Redazione

Ho seguito con molta apprensione la vicenda delle due gemelline siamesi centrafricane unite alla nuca, separate con successo all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. L’intervento è avvenuto il 5 giugno scorso con un’operazione (in precedenza ve ne sono state altre due) di 18 ore e l’impegno di oltre 30 persone tra medici e infermieri. Le due bimbe si chiamano Ervina e Prefina, hanno compiuto da poco due anni, stanno bene e ad agosto sono state battezzate da papa Francesco. In alcuni giornali ho letto delle critiche che mi hanno rattristato: invece di gioire della possibilità data loro di una vita normale qualcuno si è lamentato per i soldi spesi (“chi ha pagato?”) e si è chiesto se quei soldi non potessero essere usati in modo migliore per la nostra sanità, magari aiutando tanti altri “nostri” bambini che si trovano ad affrontare problemi di salute. Davvero abbiamo il cuore così chiuso? Io piuttosto, in qualità di infermiera, mi sono posta la domanda: se l’operazione avesse potuto salvare una sola vita (nel caso di un unico organo in comune), sarebbe stato ugualmente lecito intervenire? E a favore di quale delle due? M.S. (Varese) Come infermiera lei sa meglio di me che la…

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