Anno 131 - Maggio 2019Scopri di più

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La storia infinita del lino

Roberto Filippetti

Questa fiaba, composta da Andersen nel 1848, è un inno di lode alla realtà intera nella sua totale positività, anche quando esiga di attraversare strettoie dolorose. IL LINO      (di Hans Christian Andersen) Il lino era in fiore. Aveva bellissimi fiori blu, morbidi come le ali di una falena, o forse ancora più morbidi. Il sole splendeva sul lino e le nuvole di pioggia lo innaffiavano, e a lui piaceva come a un bambino piace essere lavato e avere un bacio dalla mamma; i bambini diventano ancora più belli e lo stesso accadeva al lino. «La gente dice che io sto molto bene» esclamava il lino «e che diventerò bello alto e mi trasformerò in una pezza di stoffa. Oh, come sono felice! Sono certamente il più felice di tutti! Sto proprio bene e diventerò qualcuno. Come mi rallegra il sole e che buon profumo ha l'aria, e come mi rinfresca la pioggia! Sono immensamente felice, il più felice di tutti!» «Certo, certo!» dissero le assi dello steccato. «Tu non conosci il mondo, noi invece lo conosciamo e ci sono venuti i nodi per i tanti affanni!» e scricchiolavano pietosamente: Snip, snap, snurre, Basselurre, la canzone è finita. «Non è vero!»…

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