Anno 134 - Marzo 2022Scopri di più

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La mano di Giotto nella prima “chiesa”

Alfredo Pescante

C'è la mano di Giotto nella cappella della Madonna Mora! L’ha scoperta nel 2015 lo storico dell’arte pistoiese Giacomo Guazzini, assicurando: «Spero in futuro di svolgere altre indagini sull’attività giottesca a Padova, compatibilmente col mio nuovo incarico al Museo Civico di Pistoia». Altre assegnazioni sono apparse da recenti interventi alla chiesetta quasi dimenticata nei secoli, amata da Sant’ Antonio, qui sepolto dal 1231 al 1263, a lui cointitolata nel 1238.

L’attuale cappella è parte d’una costruzione lunga da nord a sud, larga 14 metri. Così Danilo Negri dopo i restauri seguìti al terremoto del 1976. Andrea Calore aggiunge: «L’attuale portale maggiore della Basilica è formato in gran parte da strutture d’un portale più antico, forse della chiesa Sancta Mater Domini donata dal vescovo Corrado ai frati» entro il 1225. “Chiesa” la chiama l’Assidua, non “cappella”, capace d’ospitare numerosi dipinti e divenire culla di devozione ai Santi più cari in Padova nei secoli XIII-XIV.

Ora siamo lieti dei dipinti di Giotto (1302-1303) all’interno del fastoso tabernacolo gotico che accoglie la “Madonna con Bimbo” (1396), glorificata in retroparete dall’Eterno benedicente tra dodici cherubini, da angeli volanti, suonatori, cantanti e dai profeti Isaia e Davide. Troppo bella questa coppia e i soggetti della decorazione, benché manomessa da restauratori, tempo e infiltrazioni d’acqua! «Impressionanti le rispondenze nel volto di Isaia, di sublime qualità, che assieme a Davide richiama le imponenti strutture corporee giottesche e gli scorci prospettici delle figure uniti allo sperimentalismo e virtuosismo tecnico, prodromi a quelle degli Scrovegni!».

Circuendo la chiesa della Madonna Mora, troviamo personaggi, pur frammentati, da mirarne le effigi prodotte da bravi artisti, variamente chiamati. Come quello in alto a destra, sotto l’azzurra volta punteggiata di stelle dorate: una dolce Madonna in trono, delimitata da cornici decorate, secondo Cristina Guarnieri opera del Maestro di Roncaiette nel 1410. E che dire delle varie immagini (fine ’300) quasi parlanti di Antonio, Prosdocimo, Michele, Antonio abate, Ludovico, Caterina d’Alessandria, dei medici Cosma, Damiano e di Bartolomeo, del “Commiato della Madre da Gesù”?