Anno 132 - Luglio-Agosto 2020Scopri di più

Aderisci all'Associazione

La libertà abbraccia l’obbedienza

fr. Antonio Ramina

Parlare di libertà è come mettere i piedi su un terreno sacro. Si tratta infatti di una delle caratteristiche più centrali degli esseri umani; tanto importante, ma anche a rischio di essere fraintesa. Anzi, ancor prima di incominciare a parlare bisognerebbe dire che la libertà non è una “caratteristica” degli esseri umani, una loro facoltà tra le altre. È invece qualcosa di talmente costitutivo al punto che, si potrebbe affermare, una persona è persona proprio perché libera.

Proviamo a dire qualcosa a proposito di libertà mettendoci in ascolto della parola di sant’Antonio. «Non c’è gioia più grande della libertà: ma non potrai goderla se non piegherai il collo della superbia alla catena dell’umiltà, e non chiuderai i piedi degli affetti carnali nei ceppi della mortificazione» (XV dopo Pentecoste, 4). Il nostro Santo, per prima cosa, dichiara che la libertà è addirittura la gioia più grande, ma subito sottolinea una qualità per così dire paradossale, apparentemente contraddittoria: la libertà umana ha a che fare con delle limitazioni, delle costrizioni.


Gentile lettore, grazie per aver scelto questo articolo
Ti interessa continuare la lettura? Richiedi copia omaggio della rivista "Il Santo dei Miracoli"

Richiedi Copia Omaggio