Anno 137 - Ottobre 2025Scopri di più
Il “frattempo“ della storia riempito di preghiera
Don Carlo Broccardo

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “ ...dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia...”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? ...». Luca 18,1-8
In quest’anno liturgico, in cui ci accompagna l’evangelista Luca, capita con una certa frequenza che il Vangelo della domenica sia una parabola. Abbiamo ascoltato le celeberrime parabole del padre misericordioso e del buon samaritano, quella un po’ meno famosa del ricco stolto, l’amministratore scaltro, il ricco epulone; poi ancora il giudice e la vedova, e infine il pubblicano e il fariseo al tempio. Oggi ci fermiamo sulla parabola del giudice iniquo e della vedova insistente (liturgia di domenica 19 ottobre).
Inizia con una nota dell’evangelista che dice già dal primo versetto qual è l’insegnamento da mettere a fuoco: Gesù «diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai». Ed effettivamente il racconto dice proprio questo; anzi, lo fa – come spesso le parabole – scegliendo personaggi al limite, per cui il messaggio è ancora più evidente. La donna che va a chiedere giustizia è una vedova, cioè una persona particolarmente a rischio; nella società del tempo, infatti, le famiglie erano centrate sulla figura dell’uomo: una donna faceva parte della casa di suo padre che le garantiva il sostentamento fino al giorno del matrimonio, quando entrava a far parte della famiglia di suo marito. Ma se rimaneva vedova, correva il serio rischio di non essere di nessuno, senza una famiglia che le desse di che vivere e che la difendesse dai soprusi. Per questo c’erano leggi precise a difesa delle vedove (cfr. Dt 14,29); per questo i profeti ricordavano con forza che vedove, orfani e stranieri sono sotto la protezione di Dio (cfr. Is 1,16-17). (continua)
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