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Il calore di un Bambino

a cura della Redazione

Insegno in una scuola elementare di periferia nel nord Italia. In questi ultimi anni mi sono accorta che l’avvicinarsi del Natale viene vissuto da insegnanti e dirigenti come l’arrivo di un vento gelido! Fuor di metafora, ci si muove con sempre più timore e con estrema cautela per evitare grane e polemiche. Mi riferisco in particolar modo alla scelta di fare o meno spettacoli e recite natalizie: giustificati da “ragioni di opportunità” nei confronti dei bambini stranieri, che rappresentano circa il dieci per cento degli studenti e che professano altre religioni, si va ogni anno alla ricerca di un messaggio sempre più sganciato dal vero senso del Natale. Ma mi chiedo: sono i bimbi a sentirsi offesi o è piuttosto il fanatismo ideologico di qualche dirigente a spingere per censurare ogni simbolo e tradizione della nostra cultura? Se si proclama una scuola davvero “inclusiva” non sarebbe opportuno che “oltre a” festeggiare il Natale, inteso proprio come nascita di Gesù, anche le famiglie di bambini di altre confessioni religiose potessero portare il loro contributo in altre occasioni? Ritengo che la vera integrazione non sia togliere qualcosa, pensando di urtare con le nostre tradizioni la sensibilità di altre comunità, bensì conoscersi e…

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