Anno 132 - Ottobre 2020

Guardare con il cuore

Alberto Amadio

Si chiamava Averardo. La sua esistenza è trascorsa in un continuo divenire, animata da un’incredibile vitalità: capelli radi, barba ben curata; lo sguardo profondo, rivelatore di sensibilità, ingegno, attitudine alla riflessione; la consuetudine di meditare e scandire con lentezza parole e discorsi. Da quando ero bambino, l’ho sempre visto così. Non riuscivo ad attribuirgli un’età. Lo giudicavo anzi più giovane di me, quanto a vivacità, prontezza di spirito, entusiasmo. Diresse una nota associazione ambientalista, impedì la realizzazione di opere pubbliche che avrebbero compromesso la natura e la salute umana, creò parchi protetti e oasi naturali. Mi colpiva il tono pacato, signorile con cui esponeva le proprie argomentazioni: non un’offesa, non una parola fuori posto!


Gentile lettore, grazie per aver scelto questo articolo
Ti interessa continuare la lettura? Richiedi copia omaggio della rivista "Il Santo dei Miracoli"

Richiedi Copia Omaggio

Archivio giornaleLeggi tutto