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Difficile non è credere, ma essere credibili

Don Livio Tonello, direttore

In questi mesi mi sono imbattuto in testi significativi, frasi ad effetto, commenti spirituali. Ci sono persone versate nello scrivere e nel parlare, capaci di intercettare emotività e domande inespresse. In poche battute sanno trovare parole efficaci per descrivere, stimolare, alimentare, toccando le corde della sensibilità. Ma questo è sufficiente? La liturgia, per esempio, ci consegna parole e gesti carichi di significato che, tuttavia, se relegati al rito, sono fine a se stessi. Il valore delle parole, dei segni, delle emozioni dovrebbe essere performante. Cioè capace di suscitare cambiamenti, azioni, stili di vita. Non è difficile credere (specialmente quando si è in chiesa). Difficile è essere credibili quando si passa per la strada. La soavità e la forza del messaggio cristiano può affascinare, ma richiede una traduzione vitale. La pedagogia ci insegna che l’efficacia educativa si raggiunge quando all’insegnamento si abbinano i fatti. Meglio: quando i comportamenti, le scelte, lo stile di vita di chi accompagna nella crescita sono la traduzione visibile dei valori che abitano il cuore. A che servono consigli, richiami, regole se non seguiti da una vita coerente? La credibilità del cristiano è la prima forma di evangelizzazione. La veridicità di queste parole la ritrovo nella testimonianza…

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