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Cirillo e Metodio giganti del Vangelo

suor Marzia Ceschia

Nati a Tessalonica a inizio IX secolo, i due fratelli Cirillo e Metodio sono ricordati nella Chiesa come gli “apostoli degli slavi”, pionieri dell’inculturazione della fede in paesi pagani di cultura diversa da quella greco-romana. Erano figli del magistrato Leone, attivo presso la corte di Bisanzio; morto il padre, Metodio (che in realtà si chiamava Michele e assunse il nuovo nome dopo la scelta di vita monastica) si trasferì in Macedonia per amministrare una provincia, Costantino (che ricevette il nome di Cirillo anch’egli da monaco, verso la fine della sua vita) divenne sacerdote e fu incaricato della biblioteca patriarcale. Metodio, verso l’850, decise di farsi monaco nel monastero Polychron sul monte Olimpo, presso Cizico in Bitinia. Cirillo, provvisto di un’istruzione raffinata che spaziava dalla retorica, alla grammatica, all’astronomia e alla musica, alla proposta di diventare un alto dignitario imperiale rifiutò. I due fratelli svolsero in Europa centrale un’intensa opera di evangelizzazione, attenti alle usanze e alla lingua dei popoli con cui entravano in contatto. In particolare furono richiesti dall’imperatore di Costantinopoli per una missione in Crimea e in Moravia. In questo contesto si deve a Cirillo l’invenzione di un nuovo alfabeto per tradurre in segni i suoni della lingua slava,…

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