Anno 131 - Novembre 2019Scopri di più

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Le Opere e i Giorni

Don Livio Tonello, direttore

Inizia un nuovo anno. E ci accompagna come sempre la figura del nostro “grande santo Antonio”. È questa l’espressione che usa sovente una amica dell’Associazione per ricordare la grandezza di frate Antonio divenuto famoso per i discorsi e per i miracoli. Forse qualcuno si chiederà se i miracoli avvengano ancora.

Se ci sia anche oggi la possibilità di avere delle grazie speciali, favori divini che superano la conoscenza e le speranze che tecnica e medicina ci offrono. Vi posso testimoniare che l’azione provvidenziale di Dio c’è e si manifesta attraverso l’intercessione dei santi.

Lo constato quotidianamente nelle esperienze degli aderenti all’Associazione che mi scrivono e mi telefonano per condividere sofferenze e gioie. I miracoli non sono solo quelli fisici: ce ne sono di spirituali, di relazionali, legati alle motivazioni e ai valori. Non sempre quello che si chiede si compie.

È certo che l’invocazione fatta, le richieste rivolte a sant’Antonio, le lacrime sparse per avere una grazia non vanno perdute. Dio accoglie sempre le nostre domande portategli dalla intercessione dei nostri amici santi. Qualcosa ci viene ridonato nella forma di coraggio, di fiducia, di solidarietà, di sostegno sia interiore che materiale... per poter continuare il cammino e non sentirci abbandonati.

Le grazie di Dio vengono elargite in modo misterioso alla mente umana, ma sempre efficace. Le pagine di questo calendario sono la raffigurazione dei miracoli che sant’Antonio ha compiuto nella sua vita. Ci teniamo ad avere ogni mese un riferimento visivo alla sua persona e alle opere da lui compiute. Sono testimonianze artistiche, popolari a volte, di una riconoscenza che si estende nei secoli.

Così quest’anno con gli affreschi che abbelliscono il convento di sant’Antonio a Tito (Potenza) - che si ispirano alla vita del Taumaturgo scritta dal sacerdote e storico Emanuele de Azevedo nel XVIII secolo - abbiamo una carrellata di episodi significativi. Li conosciamo questi miracoli, ma ci fa bene ricordarli. Perché ciò che ricordano non è lontano nel tempo ma legato alla possibile attualizzazione che riemerge anche oggi.

Tra le restituzioni degli aderenti all’Associazione ci sono grazie di guarigione dalla malattia, di un’occupazione trovata, di un concorso andato a buon fine. Anche il semplice ritrovamento delle cose smarrite è attribuito al Santo, così come un progetto matrimoniale che si realizza. Ci sono, però, molte grazie spirituali, ripresa di cammini di fede e di vita interrotti. Segnalo l’esperienza di coloro che, nonostante il dolore abbia bussato alla porta della vita, hanno ritrovato la forza per rialzarsi o addirittura per fare nascere qualcosa di importante.

Penso alle due sorelle che hanno dovuto abbandonare la loro casa dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, che non hanno perso la speranza. Penso a una mamma del Belgio che ha visto la figlia morire di cancro e che nel suo nome (Niagara) ha dato vita a un’associazione per aiutare altri nella stessa situazione.

O a un’altra mamma che nel nome del figlio morto in un incidente stradale ha creato una associazione benefica che aiuta e sostiene le mamme africane. I nostri giorni possono riempirsi di opere, come i giorni terreni di sant’Antonio si sono riempiti di carità, di sollievo, di vicinanza.

Nei giorni che ci stanno davanti le nostre opere di bene possono risplendere e renderli più luminosi. In essi possiamo continuare a far rifiorire la potenza miracolosa di sant’Antonio che continua tramite noi a far germogliare opere di Vangelo.