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La poesia del corpo

Alessandra Castelliti

Desidero affrontare questo tema delicato apprezzando la bellezza e la forza che la poesia da secoli dona al cuore degli esseri umani. Le emozioni a volte emergono attraverso la parola o la scrittura, altre volte invece le esperienze profonde esprimono il loro stato attraverso il linguaggio del corpo in movimento. Danzatrici come Isadora Duncan e Pina Bausch hanno raccontato attraverso il corpo il loro dolore e la loro storia.

La poesia è uno strumento meraviglioso, dà voce alla musica dell’anima nutrendo chi la vive e anche chi la riceve. Il corpo invece trova espressione, respiro, libertà in movimenti che si risvegliano attraverso un gesto. Il linguaggio quotidiano costante rivelato dal nostro corpo va ascoltato e amato nel silenzio: spesso esprime la poesia della nostra anima felice o lacerata. La poesia del movimento è un atto espressivo elevatissimo, porta con sé un codice unico che serve come mediatore per trasmettere il sentire profondo.

Essere consapevoli della sacralità del corpo, della bellezza dei movimenti che quotidianamente compiamo per muoverci comunicando emozioni, ci educa a scoprire la potenza del linguaggio dei gesti e del loro valore espressivo. La poetica del movimento prende vita in ogni istante: il nostro corpo è custodia e amplificatore del sentire dell’anima; un’espressione fedele che riflette il nostro mondo emotivo, strumento di amore verso l’altro. Il corpo di ognuno di noi ha una voce propria da esprimere e quando si reprime spesso entra in sofferenza e si ammala, cambiando forma ed espressione.

L’arte vissuta come gesto d’amore porta benessere, così anche il nostro corpo, quando si sente rispettato e accettato anche nei propri limiti, ci restituisce armonia e benessere. Vi porto l’esperienza di Isa. Isa è una giovane molto introversa, fisicamente goffa, incapace di esprimere agli altri il proprio vissuto emotivo e cognitivo. Proviene da una famiglia molto impegnata socialmente e professionalmente, pertanto spesso rimane sola a casa e i suoi unici amici sono il cane e il cellulare. Corpo ed emozioni di Isa vivono dentro una “scatola chiusa a chiave”: lei non conosce l’esistenza del sentire, anzi teme di connettersi con quelle emozioni che poi si troverebbe da sola a gestire e che non ha mai sperimentato.

Con i genitori il dialogo è limitato, razionale, sintetico, basato principalmente sulle regole da rispettare e sui doveri da compiere. Isa si sente schiacciata, triste e il suo corpo inizia a dare segni di cedimento, diviene goffo, dimagrisce, il movimento rallenta; non ha più voglia di “stare diritta” a guardare avanti, la sua postura urla un sentimento profondo che a parole non riesce a descrivere. Un giorno, guardando un cartone animato sui pinguini che ballavano in gruppo, sente una nostalgia profonda. Guarda e riguarda quel video da sola almeno 50 volte per poter sentire la gioia dei pinguini, il ritmo, la solidarietà, l’espressione, la bellezza, la forza.

Dopo giorni di osservazione sente l’impulso ad imitarli, pur consapevole di essere di fronte ad un cartone animato, ma la forza sentita nell’espressione del corpo di quei pinguini è divenuta un martello costante per la sua mente. Ripeteva: «Io sono morta, io sono morta; perché io non posso, perché? Il mio corpo non esprime poesia, sensazioni, energia; il loro sì». Tale passaggio è servito a risvegliare in Isa la voglia di uscire dalla staticità del corpo, della mente e dell’anima, da una passività che per tanti anni l’aveva imprigionata inaridendola; il suo processo creativo si era addormentato, purtroppo.

Dopo due mesi di silenzio accade una bella sorpresa: Isa mi si ripresenta portando la sua nuova esperienza. Molto orgogliosa dice che un giorno davanti allo specchio della sua camera ha ritrovato la forza e il coraggio di tracciare forme e movimenti nello spazio che la fanno sentire bene “ritrovata”, ha sentito il bisogno di esprimere con il suo corpo i colori delle proprie emozioni e di muoversi con una gestualità che le fa ricordare il caldo e la bellezza di una poesia.

Da quel momento Isa dedica parte delle sue giornate a fare volontariato in un’associazione di bambini con problemi relazionali e il suo desiderio è proprio quello di aiutarli a riaccendere la speranza attraverso la poesia del corpo: una poesia che parte dal profondo e che molte volte non riesce a manifestarsi attraverso le parole, ma trova espressione esclusivamente in un gesto, un movimento, un respiro. Il linguaggio poetico del movimento è stato uno strumento meraviglioso per ridare a Isa una nuova visione della vita.

Carissimi, vi auguro di non permettere mai alle fatiche della vita di spegnere la poesia che solo il nostro corpo, attraverso i suoi gesti, può trasmettere a noi stessi e agli altri. Buon cammino!