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Acuta nostalgia di “un di più”

fr. Antonio Ramina

Capita qualche volta a tutti noi di affermare improvvisamente «Ho visto!» anche quando intendiamo riferirci non tanto a una visione avuta con i nostri occhi, bensì per esprimere una intuizione complessiva: una “visione” d’insieme, appunto. Magari riusciamo a mettere uno accanto all’altro alcuni tasselli della nostra vita che prima ci sembravano frammenti sparsi e che poi, piano piano, hanno formato un quadro più completo e decifrabile. E affermiamo «Ho visto!» per dire: «Ho capito!». È così: quando si vivono situazioni in cui si coglie in profondità qualcosa che precedentemente ci appariva confuso, allora ci sembra di vedere con il cuore, di vedere oltre l’immediato percepibile. È un vedere “maggiore” di quello possibile agli occhi, perché ci consente di cogliere il senso delle cose, di leggerle dentro, di vedere interiormente. Il verbo “intuire”, se andiamo al suo significato principale, vuol dire esattamente questo: “vedere dentro”. Tale capacità è forse una delle più belle qualità delle persone. Tuttavia non è una attitudine spontanea e automatica, ma ha bisogno di essere coltivata con discrezione paziente.


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