Anno 131 - Luglio/Agosto 2019

La luna nel pozzo

Don Livio Tonello, direttore

Sono passati cinquant’anni da quando l’uomo per la prima volta ha messo piede sulla luna. Avevo cinque anni e non potevo percepire il senso di una tale impresa. Ricordo anche la popolare espressione degli adulti a diffidare di coloro che promettono di farti vedere “la luna nel pozzo”. Mi era chiara l’impossibilità per il fatto che la luna sta in cielo. La potevo vedere riflessa nell’acqua buia e profonda, apparentemente a portata di mano, ma non raggiungibile.

Quanti insegnamenti possibili da questa metafora. Guardare la luna fa alzare lo sguardo, amplia l’orizzonte visivo. Che spettacolo contemplare il nostro satellite nelle limpide notti stellate, luminoso e affascinante. Sufficiente a rischiarare il cammino senza bisogno di luci artificiali. Ma anche quante allusioni alle problematiche del tempo presente. Affabulatori e parolai promettono l’impossibile pur di avere consensi. E si continua a cadere nell’illusione come il lupo della favola che dà retta alla volpe scambiando il riflesso lunare nel pozzo con un bel pezzo di formaggio.

Le idee sono anche buone, di sogni ci nutriamo, ma rischiosi se troppo lontani dalla realtà. Altre volte guardiamo nel pozzo incapaci di anelare a mete più alte: affascinati da ciò che sembra a portata di mano, ma di cui vediamo solo un riflesso. Sogni e desideri sono realizzabili anche guardando verso il basso. Grandi progetti si possono perseguire nella ferialità e concretezza di ogni giorno. La politica del granello di senape, del chicco di grano, del lievito è ben lontana dalle performance economiche o militari, eppure così efficace e possibile. È la carità discreta e continua di tanti benefattori; è la preghiera silenziosa e nascosta delle eremite; è la devozione fiduciosa di tutti noi. E ugualmente ciò che sta in alto non è irraggiungibile.

Di fronte alle molte necessità farebbe comodo avere un “pozzo dei desideri”. Un luogo nel quale gettare le attese e dal quale attingere speranze. In esso invece ritroviamo solo il riflesso di ciò che sta più alto, che ci invita a volgere lo sguardo a Colui che già ci guarda. Gesù non ha mai promesso l’impossibile, nemmeno con i suoi miracoli. La fede non ci assicura la soluzione dei problemi, ma ci fa alzare lo sguardo per scorgere il riflesso della premurosa attenzione del Padre.

L’uomo è andato sulla luna e andrà ancora più lontano nei prossimi decenni. Sono imprese grandi, ma a partire da ciò che questo pianeta offre e su cui si può contare. L’immensamente grande e l’infinitamente piccolo ci circondano come un dono affascinante e misterioso. Non ci illudiamo di poter conoscere tutto e di arrivare a svelare ogni mistero. Abbiamo la possibilità di utilizzare ogni potenzialità della creazione per migliorare la vita umana. Non possiamo lasciare che le prospettive egoistiche di pochi compromettano la vita di molti. La ricerca del profitto immediato porta allo sfruttamento e all’impoverimento.

Ciò che è a portata di mano oggi potrebbe non essere più disponibile un domani. E quella luna che sembra tanto vicina, riflessa nel pozzo di casa, potrebbe diventare una chimera se l’ingenuo desiderio di prenderla ci portasse a cadervi dentro.

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