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La cappella “scomparsa”

Alfredo Pescante

La cappella delle Reliquie (detta anche del Tesoro) non è coetanea all’edificazione della Basilica, perché nata nel 1690 su progetto del genovese Filippo Parodi. Egli apre, infatti, la parete di fondo del tempio creando poi lo spazio per accogliere le testimonianze antoniane (la prima veste, le reliquie del mento, dell’apparato vocale e del dito) e di molti altri santi, che prima erano conservate in sacrestia. Il piccolo atrio che precede la cappella delle Reliquie testimonia oggi lo spazio occupato dal 28 settembre 1267 dalla più antica cappella radiale dedicata alla “Beata Maria e al Beato Francesco”, formata da un pavimento policromo, da colonne gialline inanellate da candide teste d’angelo, da due lapidi coronate di marmoree conchiglie chiuse da lesene. Dinanzi a questa, dal 1310 al 1350 (prima della definitiva sistemazione nella cappella dell’Arca) è stato collocato il marmoreo sepolcro del Santo invitante i fedeli, come postula il deambulatorio, a camminarvi attorno. Nel 1378 i frati concedono il giuspatronato della cappella a Francesco Turchetto, referendario del Podestà di Padova, il quale chiede di celebrare giornalmente una Messa e di costruirvi il sepolcro di famiglia. L’anno successivo è chiamata “delle Stimmate” e risulta dotata di calice, messale e paramenti di valore. Antonio…

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