Anno 132 - Febbraio 2020

In fondo alla curva

Gabriele Pedrina

Quante speranze in quel “dietro la curva”! Da bambini ce lo dicevano ogni volta che, camminando in montagna, chiedevamo: «Manca tanto?». La risposta era più o meno sempre quella: «Lì, dobbiamo arrivare lì, dopo la curva». Ma mica ti dicevano che dopo la curva si era arrivati! Sapevi benissimo che non finiva là, però speravi che almeno si sarebbe vista la fine.

Anche quando sono cresciuto, l’attesa di arrivare in fondo alla curva e trovare che le cose andavano meglio è sempre stata forte. Soprattutto se era una “curva in verticale”, cioè quando sali un dosso e guardi in alto e a un certo punto in mezzo agli alberi vedi solo cielo, e più sali e più il cielo cresce.

Così inizi a dirti: «Dai, siamo alla cima, la salita è finita!», salvo poi arrivare in fondo e scoprire che il piano dura sì e no tre metri, gira a destra e si va su per un’altra salitona infinita.


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