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Dopo la fatica la sensazione di ingiustizia

Fratel MichaelDavide Semeraro

Sto passando un periodo di sconforto, ma anche di rabbia, di desolazione e di furia. Questo perché mi sembra di essere vittima di una grande ingiustizia da parte di Dio. Nella mia vita con tutte le mie forze ho seguito lo slancio del cuore, che mi spingeva ad aiutare gli altri. Ho curato tutti e due i miei genitori, prima il papà e poi la mamma, sacrificando tutto per otto anni. E alla fine mi sono ritrovata senza piú salute. Anche ora se qualcuno ha bisogno di essere ascoltato e consolato, mi faccio avanti, a costo di stancarmi. Però in cambio di tutto questo mi sento perseguitata da piccoli incidenti e malattie che mi hanno buttata a terra con il morale. Sono sola e quindi per me la salute è un bene primario; non soffro la solitudine e avrei tanti interessi, ma non posso coltivarli proprio perché la salute se ne è andata... Trovo questo ingiusto e mi sto ribellando. Però mi resta un po’ di autocritica e mi chiedo: ho forse sbagliato e sto sbagliando in qualcosa?

C.V. (Como)

Non penso che lei abbia sbagliato o stia sbagliando in qualcosa. Comprendo il suo dolore, la sua rabbia e la sua furia a motivo della frustrazione che risente. Mi piace ricordarle una frase di san Bernardo di Chiaravalle: «L’amore basta a sé stesso ed è ricompensa a sé stesso». Vale a dire che non c’è nessuna relazione tra l’amore con cui accompagniamo la vita degli altri e una sorta di risarcimento o di indennizzo per cui questo ci dovrebbe tenere al riparo dalla sventura, dagli incidenti e dalle malattie. Detto questo, mi permetto di darle un piccolo consiglio: guardi il Crocifisso e si chieda se Gesù ha meritato quella sofferenza. Dopo guardi se stessa e si chieda se le fatiche della sua vita sono una punizione o una sorta di ingratitudine da parte di Dio. Poi guardi ancora il Crocifisso e chieda la forza di amare fino alla fine e di gioire di tutte le piccole gioie di cui può godere ogni giorno. Faccia collezione di piccole gioie e le condivida. Le auguro, dal più profondo del cuore, un po’ di felicità.