Anno 136 - Febbraio 2024Scopri di più

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Da che parte stai?

Don Livio Tonello, direttore

La storia è sempre scritta dai vincitori e pende a favore di chi alla fine ha avuto la meglio. Ma non è detto che avesse anche ragione. È all’inizio, quando bisogna schierarsi da una parte o dall’altra, che si rivela la rettitudine e la lungimiranza profetica della giustizia e della verità. Deprecabile è l’astuzia di chi salta sul carro del vincitore cambiando bandiera. I grandi conflitti odierni costringono i singoli Stati a prendere posizione. Interessi politici ed economici, però, non sempre supportano la verità dei fatti e aiutano a individuarla.

Stare dalla parte della ragione, che sovente è quella degli offesi e dei deboli, non è così scontato. Oppure si scommette su un contendente rispetto all’altro pensando ai vantaggi della vittoria finale. Le guerre in atto in Ucraina e in Palestina hanno messo a nudo interessi e collusioni di molti paesi, rivelando l’incapacità di cogliere i valori in gioco, con la conseguenza di una pace ancora lontana. Non facciamoci illusioni: quello che capita a livello globale si ripercuote anche nella vita di tutti i giorni.

Ci sono contese e ci sono valori in ballo che richiedono una presa di posizione anche nostra. Da che parte stiamo? Riusciamo ad andare oltre il tornaconto per far emergere la verità? Sappiamo mettere in gioco qualcosa di noi per difendere un valore? La saggezza che deriva dal Vangelo non dovrebbe farci dubitare da che parte stare. La “ festa della lingua di sant’ Antonio”, che ricorre in questo mese, ci richiama ancora una volta alla coerenza e al coraggio. Il Santo di Padova non ha avuto dubbi con chi schierarsi e non è stato titubante nel prendere le difese dei più deboli.

Molte le parole dirette per denunciare soprusi e ingiustizie. Parole corroborate da gesti di vicinanza, di sostegno e di aiuto concreto, perfino di segni miracolosi. Se oggi mandiamo le armi per sostenere le parti in conflitto, al posto del pane e delle medicine, non faremo molta strada sulla via della riconciliazione. Le parti offese hanno diritto a difendersi. Ma nella logica di una politica globale, solo la mediazione e la pressione di altri, di tanti, potrà far approdare a una risoluzione dei conflitti. Perché la verità della guerra è solo morte e distruzione e nessuna delle parti in contesa, alla fin fine, ne rimarrà esente. Nemmeno chi sta solo a guardare.