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Chiese chiuse: che fare?

a cura della Redazione

Ha suscitato un certo dibattito lo studio di un noto storico dell’arte che rifletteva sul problema delle molte chiese italiane che ora sono chiuse e inutilizzate. In precedenza, ricordo che c’era chi aveva anche proposto di riadattarne qualcuna per altri culti, piuttosto che rimanesse inutilizzata. Penso a esempio ai molti musulmani o induisti costretti a pregare nei capannoni o in palestre perché non esiste per loro un luogo adatto oppure perché, per l’impopolarità del progetto, sarebbe troppo difficile costruirlo. Si può fare o invece la nostra fede lo vieta? Che ne pensa?

L.M. (Genova)

La nostra fede fondata sul Vangelo non vieta, anzi stimola alla fantasia e alla creatività dell’amore verso tutti: un amore che si fa attenzione ai loro bisogni e necessità. Ci sono già delle esperienze di questo tipo. La condivisione o la cessione dei luoghi di culto a favore di altri culti o di altre esperienze religiose e caritative è possibile, ma esige molto rigore e chiarezza per evitare fraintendimenti e disagi. Da questo punto di vista tutto è possibile, ma ogni scelta va fatta con discernimento e chiarezza. Solo un dialogo franco e fiduciale può darci i mezzi per fare scelte lungimiranti e sostenibili. Ma non bisogna avere paura senza, peraltro, essere temerari o ingenui. L’incontro, il dialogo e la condivisione di mezzi sono possibili solo nella consapevolezza della complessità delle situazioni per evitare qualunque forma di ambiguità.