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Benedetta, la cecità diventa luce

suor Marzia Ceschia

Il 14 settembre 2019, nella cattedrale di Forlì, è stata proclamata beata la giovane laica Benedetta Bianchi Porro. Non casualmente nel giorno in cui la Chiesa celebra l’Esaltazione della S. Croce: Benedetta infatti ha vissuto particolarmente il mistero della Croce, trovando in esso il senso e la fecondità di un’esistenza che a occhi soltanto umani non può che apparire disgraziata. Seconda dei sei figli di Guido ed Elsa Giammarchi, nasce a Dovadola, in provincia di Forlì, l’8 agosto 1936. A tre mesi si ammala di poliomielite: le rimane una gambina più corta, tanto che da bambina verrà dagli altri soprannominata “la zoppetta”. Non se la prende, poiché – afferma – “dicono il vero”. È una ragazzina gioiosa, sensibile, amante della vita. A fine novembre 1942 il padre, ingegnere idraulico, ottiene un incarico presso le terme di Sirmione, sul lago di Garda: la famiglia vi si trasferisce e qui Benedetta gode del contatto con le bellezze della natura. Nel 1943, a causa della guerra, i Bianchi Porro si stabiliscono nella loro casa di Forlì. Nel frattempo Benedetta, per la sua intelligenza precoce, può iscriversi direttamente alla terza classe della scuola elementare di Dovadola. La famiglia sperimenta i drammi e le precarietà…

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