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Il giusto fiorirà come una palma

Lorenzo Brunazzo

La domenica che precede la Pasqua è detta “domenica delle Palme” in ricordo delle fronde di palma e dei rami d’ulivo che la folla agitava accogliendo trionfalmente Gesù al suo ingresso in Gerusalemme esclamando: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». La palma è l’albero del trionfo, della vittoria. Sin dalle epoche antiche questa pianta solare era considerata sacra per la bellezza e l’eleganza con cui si erge fino al cielo. Nel Cantico dei cantici (7,8) l’amato dice all’amata: «La tua statura rassomiglia a una palma e i tuoi seni a grappoli». Salomone ornò le pareti del tempio con palme. E chi meglio di Maria può fregiarsi di questo attributo di bellezza? La palma, ho scritto nei Sermoni (Domenica III di Quaresima), ha la corteccia ruvida e aspra, ma in alto è bella a vedersi e carica di frutti. Così la Vergine Maria fu aspra e ruvida in questo mondo per la corteccia della povertà, ma è bella e gloriosa in cielo perché è regina degli angeli. Le fronde di palma sono poi simbolo di risurrezione. Il nome greco, phoenix, ricorda la fenice, l’uccello leggendario che muore e risorge. Nei Salmi si dice che…

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