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In cammino con il Santo

a cura della Redazione

Nella città di Padova lo chiamano semplicemente ”il Santo”. per questo viene anche detto “il santo senza nome”. Molte statue e immagini lo raffigurano alto ed esile, con il viso dolce e la carnagione chiara: più probabilmente era di media statura, di corporatura robusta e scuro di capelli. Nelle rappresentazioni più consuete lo vediamo vestire il saio francescano (entra tra i seguaci di Francesco nel 1220), il cordone con tre nodi (simbolo dei voti di consacrazione), il Bambino Gesù tra le braccia, in mano un giglio. In altre ha in mano un libro, la fiamma o il pane. La presenza del giglio vuol significare la purezza del Santo, ma anche la sua potenza taumaturgica (l’operare miracoli!). Il Bambino rimanda a una visione, episodio tra i più noti della vita del Santo. Racconta il Liber miraculorum che durante la predicazione in una città (a Camposampiero, secondo la tradizione), Antonio è ospitato da un nobile del posto (il conte Tiso). Mentre il Santo è appartato in preghiera, da una finestra il nobile lo vede con in braccio un bimbo sorridente, avvolti da una luce. «Quel bambino era il Signore Gesù... Dopo la lunga preghiera, scomparsa la visione, il Santo chiamò il cittadino…

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