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sant antonio aprile 2023
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Gli insoliti “esercizi” che piacciono ai giovani

Laura Galimberti

percorsi gesuiti

Non è una palestra, ma in tanti vi si allenano ogni giorno. Gli Esercizi proposti sono impegnativi e durano anche un anno intero. Qualificati “personal trainer” affiancano i tanti giovani che si avvicinano al Centro e per primi ne confermano i benefici. «Ho voluto conoscere questo metodo per curiosità» racconta Michele, 22 anni. «Ho trovato una comunità, un gruppo di riferimento con cui camminare. Sono sceso in profondità ho compreso cosa è essenziale. Nella pratica ho acquisito strumenti per affrontare le scelte della vita». «Il percorso mi è stato consigliato da tanti amici. Ho trovato una grande disciplina.

Essere inseriti in un itinerario fatto di appuntamenti, incontri, colloqui individuali, momenti di condivisione mi ha aiutato tantissimo a mantenere la costanza che altrimenti avrei perso, soprattutto nei tempi più caotici della vita» racconta Maria, 23 anni. «Tante volte anche con fatica o distrattamente ho tenuto la direzione. Avevo vissuto tante esperienze di servizio e condivisione con i poveri, concentrandomi sull’azione.

Qui invece ho percepito il contatto con la Parola, la possibilità reale di entrarci dentro, iniziare a mettere ordine nell’idea di bene e male, e poi una comunità, grande e giovane, aspetto davvero consolante». «Dovevo discutere la tesi triennale» confida Paola. «Avevo bisogno di uscire dalla vita esclusivamente dedicata allo studio. Cercavo qualcosa di più per me. Così dopo un colloquio con uno dei padri gesuiti presenti al Centro Poggeschi ho deciso di iniziare il percorso: capire chi fossi, cosa fosse meglio per me. È stato l’anno della svolta». «Ho scoperto la proposta grazie ai giovani di Pietre Vive e alle loro visite guidate nelle chiese.

Mi aveva molto colpito il modo con cui parlavano della loro relazione personale con il Signore» racconta Sara. «Il primo dono ricevuto è stato una nuova capacità di ascolto. Ero convinta di essere un orologio rotto. Gli EVO (esercizi spirituali per la vita ordinaria) sono stati proprio la Parola del Signore per me». «Ho trovato una bussola» aggiunge Paolo. «Più diventiamo grandi, più diventiamo padroni della nostra vita, ma senza avere strumenti per orientarne le scelte. Gli Esercizi mi sono serviti per capire meglio quello che è veramente importante e avere riferimenti per le mie decisioni, grandi o piccole». Cosa sono gli esercizi Spirituali «Quello che questi giovani hanno vissuto» spiega p. Loris Piorar, gesuita, direttore del Centro Poggeschi di Bologna per universitari e giovani «sono gli Esercizi Spirituali, un allenamento forte del cuore.

Un tempo di preghiera con il Signore, di silenzio, in cui lasciare le preoccupazioni quotidiane, confrontarsi con il Vangelo e incontrare il Signore». A definirne la struttura è stato Sant’Ignazio di Loyola (fondatore della Compagnia di Gesù) che li ha pensati in 4 tappe, quattro settimane: «la prima è un tempo in cui scoprire quel che allontana da Dio, il peccato e fare l’esperienza del perdono del Signore. Nella seconda settimana viene proposta la riscoperta del Signore che entra nella storia e diviene spazio di scelta e riforma per la vita di ciascuno. Nella terza si accompagna Gesù nella passione, la quarta nella resurrezione». Gli Esercizi, sperimentati nel silenzio, sono vissuti con una comunità e sempre accompagnati da una guida che aiuta a rileggere quanto annunciato dal predicatore e riletto nella propria vita. «Accanto a ogni persona c’è sempre una Chiesa che accompagna» sottolinea p. Loris. «Ciò che conta è ciò che sento e gusto interiormente.

Non è un corso di teologia, assumere tante nozioni, ma rileggere quella Parola nel proprio vissuto personale. Il nostro cuore, il nostro modo di guardare, di guardarci è il luogo della Rivelazione. Leggerci dentro, fare discernimento per capire dove passa il Signore, ascoltando quello che stiamo vivendo». Quattro settimane sono un lusso per pochi oggi. Ma da questa idea iniziale sono diverse le opzioni percorribili. «Quelli a cui fanno riferimento i ragazzi sono gli Esercizi Spirituali per la Vita Ordinaria, i cosiddetti EVO» spiega p. Loris. «Un anno da settembre a giugno in cui vengono aiutati ad avere un tempo di preghiera quotidiana, con un accompagnatore, ritiri, passaggi, scoprendo come la vita di fede è profondamente legata alla quotidianità». Silenzio, ascolto e l’aiuto di una guida, sono gli ingredienti. «Il Vangelo parla al cuore. Anche esperienze più brevi, una catechesi, una lectio nelle tante parrocchie possono essere vissute poi in questo modo».

Le altre proposte del poggeschi «Ai ragazzi che arrivano da noi offriamo inizialmente un percorso aperto settimanale per aiutarli a dare un nome alle proprie emozioni, imparare a pregare, rispondere alle domande della fede, imparare l’arte della scelta. Il percorso si chiama Vieni e vedi» spiega p. Loris. «Segue – per chi lo desidera – la proposta più impegnativa, annuale degli EVO e a seguire il postEVO per cercare e trovare Dio in tutte le cose». Fa parte della realtà anche il clan universitario per fuorisede, in vista della partenza. «Dalle esperienze di fede nascono esperienze di servizio: in ospedale, nel doposcuola in sinergia con il Centro Astalli, nel carcere minorile, animazioni di percorsi per giovani coppie, per fidanzati, ragazzi e ragazze sole, giornate di cammino e incontri con testimoni.

L’incontro con Dio, il servizio all’uomo è alimentato e si riversa nella condivisione: la Messa del mercoledì sera, alcuni appuntamenti comuni, il crescere tra fratelli e sorelle» conclude p. Loris. «Questo avviene anche grazie alla presenza degli appartamenti di universitari e giovani lavoratori che vivono al Poggeschi e desiderano vivere una maggior vita in comune e da una sala studio che diventa l’occasione per condividere insieme i passi della quotidianità e dei grandi appuntamenti e scelte della vita». Sono oltre 300 i ragazzi “in esercizio”.