Anno 131 - Settembre 2019Scopri di più

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Già e non ancora: esserci

Germano Bertin

Ci sono persone che vedono: vedono già, quanto ancora non è che un’idea; vedono compiuto, quanto ancora non ha forma, consistenza, colore, identità. Il pittore vede la propria tela compiuta quando ancora non ha tracciato il primo segno. Lo scultore ha già riprodotto in sé la sua opera, mentre è ancora prigioniera della materia che la custodisce. Un architetto ha già realizzato in sé l’abitazione che ancora è solo un insieme di desideri e aspettative. E il poeta porta sulla punta del proprio cuore e sui confini delle proprie labbra, parole che riescono a far sognare e, al tempo stesso, a raccontare emozioni che comunque conservano il sapore dell’indicibile. Già e non ancora. Cosí, accade e si compie il mistero di una esistenza che si svolge nello spazio, allo stesso modo in cui parole antiche si svelano piano piano, una appresso all’altra, mentre il rotolo del tempo libera giorni che custodiscono comunque il fascino dell’inedito: e dentro lí, prende forma l’identità e l’irripetibile originalità di un volto che rimarrà unico e inimitabile insieme al nome che lo rappresenta. Nulla è già dato. Eppure tutto viene, viene incontro a chi cerca con sguardo che penetra e supera la fragilità del tempo…

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