Anno 131 - Aprile 2019

Continua a sognare nuovi progetti

Alessandra Castelliti

I sogni, la capacità di guardare oltre, la forza di immaginare e pensare di realizzare un progetto alimentano l’entusiasmo, la speranza e l’energia vitale

Desidero iniziare questo articolo con una frase dell’imprenditore americano Jack Welck: «Cambia prima di essere costretto a farlo»; mi ha portato a riflettere in merito al fatto che aspettiamo sempre di raggiungere un limite estremo, fisico o psichico, prima di dare ascolto a quello che il nostro corpo o mente ci chiedono.

Il cambiamento delle situazioni implica una modifica delle attuali sicurezze e questa prospettiva produce paure, desideri, dubbi non sempre calibrabili. I sogni, la capacità di guardare oltre, la forza di immaginare e pensare di realizzare un progetto alimentano l’entusiasmo e la speranza, accrescendo l’energia vitale; al contrario, la routine e la monotonia garantiscono maggior sicurezza, ma se non vengono nutrite da piccoli progetti quotidiani spontanei, possono inibire l’energia vitale e “spegnerci”.

Questo elisir di lunga vita è sicuramente più efficace se alimentato da una costante progettualità. Per progettualità non si intendono esclusivamente le grandi imprese, ma la capacità di dare valore a una propensione che vive dentro: pratica, culturale, artistica, non importa quale. L’essenziale è sentire che quella passione avvince, rende soddisfatti, felici, appagati.

Nel rielaborare la possibilità di un progetto si accendono sensazioni positive come provare piacere, soddisfazione, curiosità. Questo sentire attiva la chimica corporea e produce un effetto sorprendente. Al contrario quando si spengono i progetti il corpo ne risente, si deprime e pian piano si appiattisce agli stimoli.

Vi riporto una riflessione di Alda Merini che bene esprime quanto sopra esplicitato: «C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare». Questa riflessione ci sollecita ad avere sempre la speranza nel cuore, a coltivare i sogni che, al di là dell’età, si muovono silenziosi nel nostro intimo, a custodirli tra le nostre braccia con la stessa delicatezza che si usa quando si protegge un cucciolo.

Il professor Nevio Del Longo nel libro “La Rêverie in psicoanalisi. Immaginazione e creatività in psicoterapia” scrive: «La Rêverie è un termine francese che indica fantasticheria ad occhi aperti, lo stato sognante dello spirito che si abbandona e si meraviglia. Per G. Bachelard sono i poeti che in modo privilegiato agiscono come “provocatori” di rêverie e che permettono di saziare la sete d’immagini dell’essere umano aiutandolo a superare ogni dato della sensibilità». Credo che ognuno di noi dovrebbe sperimentare dentro di sé il proprio stato di Rêverie, uno spazio dove fantasticare i disegni dell’anima e trasformarli, dove possibile, in concreti nuovi progetti.

La concretezza ha un potere immenso sulla mente e sul corpo, così anche il movimento, soprattutto i lunghi cammini silenziosi che trasformano l’illusione in realtà, la banalità in saggezza, il silenzio in dialogo interiore, le tenebre in raggi di luce. Rimanere in movimento significa rimanere in vita a 360 gradi e ricordiamo che il desiderio di cambiamento e di freschezza può bussare a tutte le età.

Vi porto l’esempio di Eletta che un giorno mi dice: «Desidero cambiare, ma sono molto disorientata perché non sento dentro di me la spinta e l’energia creativa per comprendere cosa devo fare. Sognavo una vita piena, intensa, socialmente stimolante, invece passo le serate davanti alla tv da sola a pensare e ripensare al perché non trovo la forza, ma soprattutto la motivazione a ricercare dentro di me nuovi punti importanti. Modificando i miei progetti ho il timore di tradire il mio passato, le mie aspettative e così facendo ignoro il mio sentire, me stessa. Non so a cosa dare ascolto, i nuovi progetti mi elettrizzano e allo stesso tempo mi terrorizzano».

Cambiare i nostri desideri non è una colpa, è la conseguenza della nostra evoluzione interiore che ci richiama a rivedere la nostra quotidianità per proteggerci dalla morte interiore e dalla staticità. Possiamo continuare a sognare nuovi progetti dalle piccole cose di ogni giorno, ma con gli ingredienti essenziali: passione, coraggio, saggezza, costanza.

Desidero lasciarvi con una frase di Eleanor Roosevelt, grande attivista dei diritti umani: «Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni». Cari lettori anche nelle avversità e complessità della vita non dimentichiamoci di dare spazio all’ascolto del nostro mondo interiore.

Vi auguro di saziare la sete d’immagini vivendo, non subendo la vita. Buon cammino.

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