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Che significato dare alla sofferenza?

Monica Cornali

Questa domanda conosce diverse versioni, la più famosa delle quali è: perché esiste il male? Una sua derivazione, che tocca più direttamente ciascuno di noi, è: perché faccio il male, anche se non voglio? E sembra ricalcare il pensiero paolino: «Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio« (Rm 7,18-19). Nelle diverse forme della sofferenza intesa come male subìto (dolore, violenza), male agito (male morale, colpa) e male “metafisico“ (condizione umana finita e mortale) si può individuare una costante: il mistero o l’enigma della sofferenza è sempre collegato con una comprensione del tutto (il “divino“) l’inizio delle cose e la loro fine, l’essenza della realtà, il piano dell’universo o della storia... (continua)


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