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“Rialzarsi”, una virtù pasquale

suor Anna Maria Borghi

Esiste una virtù “tipicamente pasquale”? Giocando un po’ con i significati delle parole forse potremmo pensare a una forza che risolleva, che fa rialzare, che rimette in cammino. Noi oggi infatti usiamo il verbo “risorgere” quasi unicamente per descrivere l’evento pasquale vissuto dal Figlio e partecipato nella fede a coloro che in Lui credono, ma la comunità dei credenti all’inizio dovette cercare tra le parole disponibili quelle che potessero “balbettare” un evento così del tutto inedito e le identificò in alcuni verbi greci che traducono l’italiano “alzarsi”, “risollevarsi”. Dalla prostrazione della morte che umilia l’uomo alla rinascita che lo innalza di nuovo alla dignità di colui che può stare “ritto in piedi”, come “signore” della propria vita: questa è l’opera di Dio nel “passaggio” pasquale! Impropriamente ne parliamo come di virtù, perché primariamente rappresenta la disposizione di Dio nei nostri confronti; si tratta infatti innanzitutto di un dono, anzi potremmo dire del “dono” della Grazia per eccellenza, operata dalla potenza di Dio, che ci rimette in piedi, che riedifica la nostra vita. Anche sant’Antonio nei Sermoni, commentando un passaggio profetico, così descrive la resurrezione: «Il Signore per bocca di Amos promette: “In quel giorno rialzerò la dimora di Davide che…

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