Anno 130 - Novembre 2018

12 fogli pieni di giorni

Don Livio Tonello, direttore

Il termine ”calendario” deriva da calenda, che nella lingua latina indica il primo giorno del mese, che segue un conteggio differente dal nostro. Oggi il calendario ci riporta l’inizio di un anno, di un mese, di una settimana, fissando i giorni sulla carta. È un modo per coglierli in sguardo d’insieme, desiderio arcano di trattenere il tempo che scorre, quasi per dominarlo.

Da tanti anni, come Associazione, prepariamo un calendario personalizzato che richiama le finalità e la vita della nostra realtà antoniana. Lo facciamo oltre l’utilità di sapere quando cade Natale, Pasqua o una festa importante; oltre il bisogno di annotare una ricorrenza, un viaggio, perfino una visita medica.

Quanti elementi del nostro vivere sono presenti nella scansione numerica dei giorni che passano: giornate di lavoro e tempi di riposo; il cambio delle stagioni e le fasi lunari; domeniche e feste civili; il sorgere del sole e il suo tramonto. Ma perché non sia solamente un incedere ineluttabile di minuti e ore, di albe e tramonti, auspichiamo vivere il tempo che ci è dato come un dono.

Il dipanarsi dei giorni non è solo una sequenza cronologica, ma una opportunità antropologica e sapienziale. Possiamo vivere il tempo come una necessità e possiamo abitarlo come una opportunità. I giorni e le stagioni sono già stati vissuti da molti altri nostri fratelli, sorelle e amici. I nomi di alcuni sono appuntati accanto ad ogni giorno della settimana. Sono i santi che hanno già vissuto il tempo abitandolo, cioè vivendo in pienezza senza lasciarsi vivere. Ogni santo del giorno è una via di santità. Quel nome, che richiama il nostro di nome, ci dice che abbiamo un amico, un intercessore, un patrono che ci guarda le spalle. Abbiamo anche un modello di vita per vivere in pienezza i nostri giorni. La sua vita è il segno evidente di una umanità vissuta in forma piena da cui ricavare uno stimolo, un esempio, una testimonianza. I santi del calendario sono i segnavia del sentiero annuale umano, indicazioni stradali che additano la direzione del cielo.

Nei dodici mesi che ci stanno davanti troviamo frammiste le ricorrenze civili e quelle religiose; i giorni feriali e quelli festivi. Il nostro anno è scandito da un legame continuo e salutare tra momenti differenti che danno spessore ai respiri della vita. Si succedono uno accanto all’altro come una interminabile serie, senza separazione tra le differenti prospettive, umane o spirituali o religiose. Sì, sono prospettive ugualmente presenti, senza un separazione netta, perché anche le ricorrenze civili appartengono alla categoria della ritualità. Una ritualità fatta di spazi e di ricordi, di gesti e di simboli, di parole e di speranze. Perché l’uomo ha bisogno di segnare il tempo, di possederlo, di afferrarlo, quel tempo che sfugge via inesorabile, specialmente dopo una certa età.

Per noi dell’Associazione universale di sant’Antonio il giorno speciale è sicuramente il 13 giugno, che si pone a metà dell’anno solare. Non togliamo il valore speciale alle solennità che fanno da fondamento all’anno liturgico. Riconosciamo, però, la bellezza e la forza della celebrazione di questa figura di santità che ci accompagna. Per questo anche quest’anno lo abbiamo proposto accanto al trascorrere dei giorni. lo abbiamo fatto in modo semplice, con una tratto ad acquerello lieve e delicato, perché sentiamo familiare e variegata nelle forme e nelle tonalità la sua intercessione. La memoria delle gesta più significative della sua vita sia ancora una volta una intercessione benedicente.

Carissimi aderenti all’Associazione e amici cari, teniamo davanti ai nostri occhi queste manciate di giorni. Ogni pagina che giriamo è un dono che non ritorna, una fatica terminata, una speranza realizzata, una opportunità che ci è data.

Un calendario dice questo e molto altro. Non solo 12 fogli pieni di giorni da appendere al muro, ma una simbolica umana e spirituale che racchiude significati, aspettative, grazie, potenzialità.

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