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Si ode già la voce della tortora

fr. Luciano Bertazzo

Frate Antonio costruisce, con forte intensità poetica, un confronto tra la tortora e i veri poveri, giungendo a identificarla con Gesù Il tubare della tortora, chi non lo ha sentito? Soprattutto in questo tempo primaverile che risveglia vita e natura. Disturbante per alcuni nel farsi dell’alba, meno forse per altri in quel suo insistente gemito che ha acceso poetiche fantasie. Non ultima, nella sua intensità, quel canto d’amore che è il Cantico dei cantici: «L’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata: i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna […] O mia colomba che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce» (Ct 2, 11-12. 14). Il libro del Cantico dei cantici è stato, soprattutto nel tempo immediatamente alle spalle di sant’Antonio, uno dei libri più commentati dai Padri della Chiesa del suo tempo. Come non ricordare san Bernardo di Chiaravalle († 1153) con il suo stupendo commento? Sono testi che il giovane Fernando (poi Antonio) non poteva non conoscere.


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