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Un anno a gonfie vele!

Laura Galimberti

«Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo remare insieme». Parole di Papa Francesco, pronunciate in pieno lock-down davanti a una Piazza San Pietro deserta. Parole potenti che, tramite i media, sono arrivate lontano e hanno risuonato fortemente anche nei cuori di un gruppo di giovani scout. Era il 27 marzo 2020.

Così è nato il progetto “Tutti sulla stessa barca” che questa estate permetterà a 50 bambini in situazione di disagio di frequentare gratuitamente i corsi di vela a Ostia (Roma). Un’operazione resasi possibile grazie alla sinergia tra la sezione locale della Lega Navale italiana e il gruppo scout FSE Roma 12. «In quel momento – raccontano i responsabili – mentre tutto si fermava, la scuola, lo sport, le attività in presenza, le parole del Papa sono state vera Provvidenza e ci hanno indicato la direzione da seguire».

È iniziato così un percorso che ha portato i ragazzi sempre “in uscita” verso chi era svantaggiato, con determinazione crescente nonostante restrizioni e paure. «L’attenzione all’altro, a chi era in difficoltà è stata la via per non rimanere incastrati in questa crisi – aggiungono – e uscirne insieme migliori. Sono stati i poveri a tirarci fuori». «C’era bisogno di viveri – ricorda il parroco don Roberto Visier – Le persone in difficoltà erano triplicate».

Così tramite whatsapp il messaggio viene rilanciato tra le famiglie del gruppo scout, poi con i social arriva ai fedeli della parrocchia. Un tam-tam che coinvolge tante persone di buona volontà che, a un preciso indirizzo mail, fanno arrivare la loro disponibilità a donare cibo. A raccoglierlo porta a porta sono 3 ragazzi di 15 anni, i 3 capi Squadriglia: Francesco, Daniele e Tommaso.

Con le loro biciclette, munite di apposite sacche, circolavano in piena zona rossa con in tasca la lettera del parroco. «A distanza di quasi un anno dalla fine di quel servizio, le immagini rimangono vive nella mia mente – confida Francesco – ogni volta che passeggio per Ostia ricordo tutti i portoni dove mi sono recato a ritirare la spesa e tutti i sorrisi delle tante persone volenterose di aiutare il prossimo».

E Tommaso aggiunge: «Certo avevo paura, non lo nego, ma il desiderio di essere utile era più grande e la sera tornavo a casa felice di aver fatto nel mio piccolo qualcosa per gli altri». A giugno dello scorso anno, con la graduale riapertura delle attività, vengono proposti agli scout (che contano una sezione nautica) i corsi vela «per tornare ad allargare lo sguardo, riprendere fiducia, alzare le vele e sognare». «Un’esperienza davvero provvidenziale, che non scorderò mai – conferma Giovanni, 14 anni – una boccata d’ossigeno, di nuova libertà e gioia perché di nuovo in presenza e con gli amici».

Ma c’è spazio in estate anche per condividere il servizio alla summer school, promosso dalla comunità di Sant’Egidio sul territorio per aiutare i tanti bambini che non avevano potuto seguire le lezioni a distanza, non avendo dispositivi, connessione o qualcuno in grado di aiutarli. «Ho saputo dell’iniziativa dai miei Capi scout, preso contatti e sono andata. È iniziata così la mia esperienza – spiega Alice, 14 anni.

Mattia ha proseguito anche per tutto l’inverno. Ogni lunedì pomeriggio dalle 16 alle 18.30 ho aiutato un bambino di 4 anni a parlare. Sta migliorando e questo mi rende felice. Questa estate invece sono accanto a un bambino di 5 anni. Parla spagnolo. Ci aiutiamo a vicenda». In autunno, con la ripresa delle attività in presenza, matura nel gruppo il sogno di una buona azione. La pandemia aveva reso ancora più evidenti tante disuguaglianze.

Così inizia la preparazione di pacchi dono di Natale per gli ospiti della mensa Caritas di Ostia. «Non solo cibo – racconta Maria, 15 anni – ma anche prodotti per l’igiene e un regalo per ciascuno». La notizia che un Natale può essere l’occasione per donare a chi è meno fortunato, viene portata personalmente dai ragazzi anche ai commercianti della zona, che vengono così coinvolti nell’operazione. Il 19 dicembre vengono consegnati i pacchi, mentre i ragazzi iniziano a preparare le calze con i dolci per i bambini della Scuola della Pace.

La distribuzione il 5 gennaio, insieme ai volontari di Sant’Egidio. «L’accoglienza di queste famiglie mi ha spiazzato e commosso – confessa Giusi, 14 anni – Eravamo perfette sconosciute. Ci hanno accolto senza pregiudizi». A gennaio è la volta anche dell’incontro con i bambini rifugiati del Centro Matteo Ricci, parte del Centro Astalli dei gesuiti per donne rifugiate sole o con bambini. «Una giornata trascorsa in semplicità tra giochi e corse all’aperto.

Difficile tornare a casa. Volevano che ci fermassimo – racconta Sofia, 17 anni – Non poteva finire lì, dovevamo fare qualcos’altro per loro». La bellezza di questo incontro arriva alle ragazze più piccole, le guide. Anche loro vogliono contribuire e realizzano la loro impresa, donando una giornata speciale a cavallo alle bambine del Centro. Così è maturato, passo dopo passo, a cerchi concentrici il desiderio di “salpare” insieme questa estate.

L’idea viene sottoposta alla Lega Navale di Ostia che accoglie, sostiene e rilancia. Da marzo a maggio i ragazzi del gruppo scout lavorano a iniziative di autofinanziamento per sistemare le loro due piccole imbarcazioni da mettere a disposizione del progetto, insieme al loro servizio gratuito. A incoraggiarli anche la Fondazione De La Salle Solidarietà Internazionale, la onlus lasalliana che nel 2020 ha sostenuto 87 progetti di educazione e inclusione in 13 paesi del mondo.

Così l’invito è stato portato proprio ai bambini incontrati attraverso il Centro Matteo Ricci e la Comunità di Sant’Egidio. Tre scout, che hanno seguito un percorso specifico come aiuto istruttori vela, si mettono a disposizione, insieme ad altri 15 che a rotazione saranno di supporto a terra e per l’animazione. Il progetto ha preso il via il 14 giugno scorso. «Non si tratta certo di una proposta risolutiva – concludono i responsabili – È un piccolo seme, che però racconta un percorso da seguire: nella prossimità e in rete la riscoperta di una nuova fratellanza, nella gratuità un’altra economia possibile. Abbiamo condiviso quel poco che abbiamo e visto gonfiare le nostre vele!».