Anno 132 - Giugno 2020

Siamo tutti assetati di gioia

a cura della Redazione

Tutti in questa vita cerchiamo la felicità e siamo soliti ripetere che siamo fatti proprio per la gioia. Felicità e gioia sono termini che sentiamo risuonare spesso anche nei nostri incontri di preghiera, nelle omelie e negli stessi documenti della Chiesa: «Chi incontra Gesù incontra la gioia, chi segue il suo Vangelo vive nella gioia...». Ma di quale gioia si parla se vedo invece i nostri volti di cristiani sempre carichi di tristezza e di pessimismo, specialmente in questi mesi? Qual è la vera gioia?
A.G. (Macerata)

La vera gioia che il Signore Gesù promette ai suoi discepoli in modo particolarmente forte alla vigilia della sua Passione è quella libertà da se stessi che permette di guardare il mondo con empatia e simpatia. I santi padri dicono che la tristezza è sintomo di attaccamento a se stessi e paura di dilatare il proprio sguardo e l’orizzonte del proprio cuore a una misericordia piena di benevolenza. Come discepoli del Signore Gesù formati alla scuola del suo Vangelo, come ricorda continuamente papa Francesco, siamo chiamati a coltivare la gioia di chi si dona senza misura e senza condizione. Alcune volte la tristezza e il pessimismo dei cristiani sono il sintomo di una paura a perdere il controllo della situazione e a non sopportare l’idea che altri possano fare scelte di vita diverse e persino contrarie alle proprie. La vera gioia si fonda sulla fede in Dio che genera il frutto di una fiducia serena nei confronti dei nostri fratelli e sorelle in umanità fatta di rispetto, di simpatia e di gentilezza.

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