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Saper annusare

Elide Siviero

Ho sentito da una infermiera una storia meravigliosa, la vicenda di una coppia di sposi ormai anziani. Mario e Maria si amano moltissimo: lei gli ha anche donato un rene che gli ha regalato 20 anni di vita serena, senza l’incubo della dialisi settimanale. Ma la malattia si ripresenta: lui è molto grave.

Viene ricoverato per molti mesi e Maria è sempre accanto a lui, premurosa, attenta, fedele. Entrambi sono, l’uno per l’altra, la forza, la costanza, l’amore della vita. La situazione di Mario è talmente grave che Maria decide di portarlo a casa per fargli vivere gli ultimi giorni in famiglia, circondato dai suoi affetti, dalle sue cose e con la presenza costante della sua sposa.

Ma all’improvviso Maria ha un ictus, viene ricoverata d’urgenza, si salva, ma deve rimanere in terapia intensiva perché le sue condizioni di salute sono molto precarie. La preoccupazione di Maria è Mario e lui, da solo nel suo letto, è preoccupato per la sua Maria. Riescono a sentirsi per telefono un’ultima volta prima della morte di lui.

Ma Mario non muore disperato: muore abbracciato al cuscino di Maria, confortato dal suo odore che ne evoca la presenza, consolato negli ultimi istanti della sua vita dal profumo della sua amata sposa. Questo racconto così commovente e intenso ci mostra il potere importante del profumo e dell’odore.

Ho subito pensato che questo è quello che succede con la Cresima, nella quale il dono dello Spirito Santo ci viene dato tramite l’unzione con il sacro Crisma, un olio profumatissimo. Dico sempre ai genitori dei ragazzi cresimandi di annusarli per gustare questa realtà. Il Signore ci dona il suo Spirito Santo: lo chiama Paraclito, un termine greco intraducibile perché ha più sfumature di significato.

Viene dal verbo para-caleo, letteralmente chiamare presso, in latino advocatus. In prima battuta lo Spirito è colui che prende le tue parti, che, come gli avvocati antichi, ti suggerisce cosa dire nel tribunale in cui l’accusatore, Satana, vuole screditarti. È poi colui che è pronto a darti appoggio, a rinforzarti: è il sostenitore. Si può tradurre anche come consolatore, colui che sta con chi è solo. Ancora, il Paraclito è colui che tifa per te, sta dalla tua parte.

Gesù Cristo parla del Paraclito nei suoi discorsi di addio (Vangelo di Giovanni, capitoli 14-16) per rincuorare i suoi discepoli e sostenerli prima della sua passione. Egli sa che dovranno affrontare molte difficoltà, ma non saranno soli. Il Paraclito sarà sempre con loro. Nella Liturgia è il profumo che evoca la presenza di questo Paraclito: non lo vedi, ma lo senti; si diffonde, riempie lo spazio.

Anche San Paolo esorta i Cristiani a essere il profumo di Cristo (cfr 2Cor 2,15): riempìti del soave odore del Paraclito, ognuno di noi è chiamato a diventare un diffusore della sua fragranza. Il segreto dell’esistenza dei Cristiani è il Paraclito: questo profumo che ci toglie dalla disperazione, che ci ricorda che non siamo mai soli, che la vita non è solo una valle di lacrime, ma anche un campo di fiori profumati: basta saper annusare, respirare con attenzione il soffio di vita pieno dell’aroma eterno dell’amore di Dio.