Anno 136 - Ottobre 2024Scopri di più
In quei mille giorni l’argilla ha preso forma
Gabriele Pedrina
Avete mai fatto caso che non abbiamo ricordi dei primi anni di vita? Beh, magari quelli dei pianti e dei mal di pancia li salterei volentieri, ma se penso a tutte le cose che ho imparato a fare, alle risate o alla meraviglia che avrò provato di fronte alle tante scoperte, direi che mi piacerebbe molto. Magari anche per difendermi da certi racconti di nonni e zie di cui sono il protagonista, ma sui quali non posso dire nulla. Sono i primi 1000 giorni di vita, i più importanti – dicono – e non ce ne ricordiamo neppure uno. Invece no: quei ricordi ci sono e tornano a galla costantemente, senza che neanche ce ne rendiamo conto. Oh sì, ragazzi! Noi riteniamo che i ricordi che contano siano quelli che si possono raccontare: gli episodi, le avventure, le prime volte, i volti e i nomi di chi abbiamo incontrato. È vero che sono importanti, perché quei fatti hanno contribuito a farci diventare quelli che siamo; gli anni in quella scuola, con quegli insegnanti, le estati passate con gli zii o i pomeriggi dopo scuola a casa dalla nonna, la prima cotta, le avventure condivise con gli amici fidati o anche…
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