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Il senso di una mascotte

Elide Siviero

Mi piace moltissimo la ginnastica artistica: adoro guardare la maestria delle ginnaste. Per me sono tutte bravissime e i loro movimenti così aggraziati e leggeri mi incantano. Nei campionati del mondo di ginnastica ritmica (FIG Rhythmic Gymnastics World Cup) che si sono tenuti a Pesaro a maggio 2021, ho notato che succedeva una cosa veramente simpatica, che ha talmente catturato la mia attenzione quasi da distogliermi dai vari esercizi.

Dopo ogni esibizione, che era caratterizzata da numeri difficilissimi, preceduti da una tensione estrema delle ginnaste, quando l’atleta si sedeva sulla panchina, preoccupata o solo trepidante, in attesa del giudizio che con un punteggio valutava l’esibizione, con accanto la sua allenatrice, ecco che arrivava una mascotte gigantesca, con le sembianze da orsacchiotto, che la abbracciava, le faceva una carezza sulla testa e la rincuorava.

È stata la cosa più bella di quei campionati: questo essere enorme, impacciato, avvolgeva l’atleta in un abbraccio, quasi a voler dire: «Non importa com’è andata! Non importa il punteggio che riceverai: io sono qua per dirti che sei stata brava, perché sei arrivata in finale e sei riuscita a superare un esercizio difficile». Molto spesso noi nella nostra vita abbiamo bisogno di una mascotte che ci abbracci e ci rincuori dopo i nostri giorni difficili, che così ci faccia capire che comunque sia andata, ce l’abbiamo messa tutta.

Ho scoperto che in Gallese esiste una parola, Cwtch, che è intraducibile in altre lingue. Significa l’abbraccio in cui ci sentiamo protetti, il posto sicuro che ci dà la persona che ci vuole bene. È un posto in cui niente ti turba, niente ti ferisce, niente può colpirti. Quando Gesù Cristo, alla fine del Vangelo di Matteo, dice: «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (28,20) è come se facesse Cwtch. Si mette accanto a noi e ci conforta, ci abbraccia e ci sussurra: «Tu impegnati, metticela tutta: io sono con te... Sei tu che devi fare il tuo esercizio, non posso farlo io al tuo posto.

Devi cimentarti tu con le tue difficoltà, devi tu gareggiare sulla tua pedana. Io non posso sostituirmi a te, ma quando lo avrai fatto, io sarò lì ad abbracciarti, a dirti bravo. Perché la cosa importante non sarà il punteggio che tu otterrai, ma il fatto che tu abbia gareggiato con tutte le tue forze». Nell’immagine della mascotte che abbracciava quelle atlete ho visto tutta la tenerezza che il Signore ha per noi. Ma certo, ben più di una mascotte è il Signore con noi: il paragone potrebbe altrimenti sembrare blasfemo.

Ma teniamo davanti l’immagine dell’incoraggiamento per comprendere come Gesù Cristo agisca con noi. Se ci chiediamo come ci abbracci, ci incoraggi o ci conforti con il suo Cwtch, abbiamo la risposta nelle sue parole. Il Signore ci dice: «Non sia turbato il vostro cuore... e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre... Non vi lascerò orfani: verrò da voi... lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14).

Gesù Cristo rimane accanto a noi per sostenerci e darci conforto grazie all’azione dello Spirito Santo, definito paraclito, che in greco vuol dire “colui che è chiamato accanto”. Tramite lo Spirito Santo, Egli ci suggerisce parole di fiducia e di incoraggiamento, ci raccomanda di non perdere la speranza, ci dona sostegno nella fede. Quando la vita ci mette alla prova, riportiamo alla memoria l’immagine della mascotte dei campionati mondiali, del suo Cwtch, per lasciarci sempre incoraggiare dal Signore che sa apprezzare ogni piccolo movimento che facciamo per arrivare da Lui, e trasforma in un volteggio acrobatico anche i nostri saltelli stentati.