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Il primo passo di una rivoluzione

a cura della Redazione

Dopo tanti alti e bassi sembra intravedersi un po’ di luce con l’inizio della somministrazione dei primi vaccini. Gli Stati del mondo sono tutti lanciati nella gara all’acquisto di una quantità elevata di dosi che, in alcuni casi, supera di gran lunga la quantità di popolazione da immunizzare. Dell’approvvigionamento per gli Stati più poveri i nostri giornali non fanno quasi alcuna menzione. Come sarebbe bello invece se qualche politico coraggioso e lungimirante proponesse di “adottare” un Paese povero cui passare parte della raccolta di fiale. Invece che donazioni finanziarie, una volta tanto, la concretezza di un bel segno di condivisione tangibile! Sul tema della salute infatti non ci dovrebbero essere barriere e confini. Che bel segnale sarebbe anche per le giovani generazioni dimostrare la cultura del dono!

G.F. (Venezia)

Condivido pienamente la sua idea e mi sembra che la sua proposta potrebbe essere un modo per trasformare la pandemia in un’occasione di incremento di umanità e di solidarietà. Papa Francesco ha già più volte invitato a non fare dei vaccini un ulteriore elemento di disuguaglianza e di ingiustizia. Questa sua idea di adozione potrebbe essere una bella proposta anche per noi. In attesa che uno Stato ricco adotti uno povero per garantirne la vaccinazione contro il Covid19, non appena sarà possibile si potrebbe anche immaginare che ogni vaccinato dei nostri Paesi più ricchi si faccia carico del vaccino di una persona che vive nei Paesi più poveri. Normalmente le grandi rivoluzioni della carità cominciano dal piccolo delle nostre scelte personali di compassione. Grazie davvero di questa bella idea!