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Ferite guarite

Don Livio Tonello, direttore

La vita ci “regala” sempre delle ferite. Alcune si rimarginano, altre mai. Le cicatrici che restano ricordano le battaglie vissute e le vittorie realizzate. Sono quelle che continuano a sanguinare a essere più problematiche. Le dita di Tommaso si sono avvicinate al corpo ferito di Gesù risorto. Gesto altamente simbolico da leggersi non solo nella fede, ma come invito a considerare il passato con serenità. Le ferite che segnano il corpo di Gesù, infatti, non sanguinano. Sono i segni della violenza che su di lui si è accanita, ma non lasciano traccia nell’animo. Ferite redente. Ancora aperte, ma immuni dal dolore, capaci di generare futuro. È uno dei messaggi della Pasqua che possiamo condividere, dopo mesi nei quali tante lacerazioni si sono prodotte nelle nostre vite. Ci si è messa anche la guerra in Ucraina ad aggiungere sofferenze che rimarranno impresse nei cuori di bambini, madri e anziani dovute a perdite, solitudini, frustrazioni. Ma ogni cicatrice racconta una storia da condividere. Porta con sé anche un significato, qualcosa che vale la pena non dimenticare. Il corpo continua a ricordare e i segni dolorosi tracciano la mappa della vita, i punti di svolta, gli imprevisti, le scelte difficili. Può trattarsi anche…

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