Anno 134 - Settembre 2022Scopri di più

s antonio padova rivista settembre 2022
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I 700 volti di Altichiero

Alfredo Pescante

basilica di sant antonio descrizione

Strepitoso Altichiero da Zevio nell’oratorio di San Giorgio, dopo i restauri di fine secolo scorso che han rigenerato gli affreschi dai danni del tempo, grazie anche a integrazioni pittoriche per completare la visibilità del narrato, non possibili in alcuni brani ridotti a solo disegno preparatorio! Il progetto il luminotecnico ha restituito poi ancor più luce all’invaso, consentendo di gustare i dipinti e la loro ricchezza cromatica in tutte le sue sfumature.

Il ciclo pittorico vuol far rivivere un’epoca, quella delle corti norditaliane del ’300 e di Padova, ove primeggiarono i principi Carraresi vogliosi d’essere celebrati dal vivace ambiente culturale e artistico della città, “culla delle arti”. A questi sono uniti i committenti Bonifacio Lupi di Soragna per la cappella di San Giacomo e il cugino Raimondino per l’oratorio di San Giorgio ove han voluto essere “ripresi” da Altichiero.

Chi più della massima autorità pittorica del tempo poteva immortalarli legati a religiose devozioni, dispiegate sui muri mediante l’intervento didascalico del Petrarca, a sua volta effigiato, sodale con Scaligeri e Carraresi? La sua presenza enfatizza il programma iconografico dalle chiare motivazioni umanistiche amate da molti personaggi di Padova, esaltando imperituri valori della humanitas.

Il restauratore Gianluigi Colalucci (1929-2021) conta 700 figure in questo ciclo di 500 metri quadrati. C’è posto per Petrarca e per il segretario Lombardo della Seta, in “San Giorgio battezza re Sevio” (foto a lato), sulla parete est, in una superba architettura trecentesca che accresce grandiosità. L’ultimo dipinto a ovest, “I funerali di santa Lucia” (foto sopra), presenta 38 ritratti, alcuni individuabili. Molti di questi, di ottima fattura, possono appartenere a gente comune. Alcuni storici dell’arte riescono a individuare anche la figura del Petrarca.

Doverosa la parata dei Lupi di Soragna con bruna corazza di stagno, di profilo, in ginocchio, sulla parete nord-est, presentati dai Patroni alla Vergine in trono. Rolandino e Matilde, genitori del committente, godono dei santi Giorgio e Caterina. Montino, Guido, Bonifacio, Antonio, un altro Antonio, Simone e Folco son accanto a quattro santi guerrieri e alle sante Lucia, Agnese, Orsola. Raimondino è in compagnia del cavaliere san Giorgio.