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Gesù Bambino, il libro e il giglio

a cura della Redazione

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Molte statue e immagini raffigurano sant’Antonio di Padova alto ed esile, con il viso dolce e la carnagione chiara: più probabilmente era di media statura, di corporatura robusta e scuro di capelli. Tutte hanno in comune alcuni simboli, ben evidenti: scopriamone insieme il significato.

Lo vediamo vestire il saio francescano (entra tra i seguaci di san Francesco nel 1220) e il cordone con tre nodi (simbolo dei voti di consacrazione: obbedienza, povertà, castità), il Bambino Gesù tra le braccia, in mano un giglio. In altre ha in mano un libro, la fiamma o il pane. La presenza del giglio vuol significare la purezza del Santo, ma anche la sua potenza taumaturgica nell’operare miracoli! Il Bambino rimanda a una visione, episodio tra i più noti della vita del Santo.

Racconta il Liber miraculorum che durante la predicazione in una città (a Camposampiero, secondo la tradizione) Antonio è ospitato da un nobile del posto (il conte Tiso). Mentre il Santo è appartato in preghiera, da una finestra il nobile lo vede con in braccio un bimbo sorridente avvolto da una luce. «Quel bambino era il Signore Gesù... Dopo la lunga preghiera, scomparsa la visione, il Santo chiamò il cittadino e gli proibì di manifestare a chiunque, lui vivente, ciò che aveva veduto.

Dopo il trapasso del padre santo, quell’uomo raccontò con lacrime l’episodio, giurando sulla Bibbia di star dicendo la verità». Il pane ricorda la carità del Santo verso i poveri, come anche il Pane dei Poveri. C’è anche un episodio della sua vita che lo lega a questo simbolo: il miracolo di Tommasino, un bimbo di venti mesi che visse a Padova nel tempo in cui si stava costruendo la Basilica dedicata a Sant’Antonio. Una mattina la madre lo lasciò in casa da solo a giocare e lo ritrovò poco dopo senza vita, affogato in un tinello d’acqua. Disperata, invocò l’aiuto del Santo e nella sua preghiera fece un voto: se avesse ottenuto la grazia avrebbe donato ai poveri tanto pane quanto era il peso del bambino. Il figlio tornò miracolosamente in vita e la mamma portò a termine la sua promessa. Pio XII, nel 1946, proclama Antonio “Dottore della Chiesa”.

Antonio non è solamente il frate semplice che noi tutti conosciamo. Il Santo è stato anche un fine teologo, e i suoi Sermoni, veri e propri trattati teologici, sono lì a testimoniarlo a tutti. Ecco il significato del libro in mano, simbolo della sua scienza, della sua sapienza, della sua dottrina, della sua predicazione e del suo insegnamento sempre ispirato al Libro dei libri, la Bibbia.