Suona la campanella continua la solidarietà

mense scolastiche

L’Associazione Universale di Sant’Antonio è da sempre attenta ai bisogni dei più fragili. Con il progetto “Facciamo i Buoni” entra nelle mense scolastiche di tanti Comuni per la salute dei ragazzi.

Pane dei poveri” ... sono parole che forse, per molti, risuonano anacronistiche, ma per chi, come lAssociazione Universale di Sant’Antonio, ha mantenuto sempre l’attenzione verso i bisogni degli ultimi sono parole che ancora oggi hanno un grande significato. Il pane è essenziale per vivere, per nutrirsi e dovrebbe essere oggi un diritto di ogni persona.

Eppure non è così. Stiamo sperimentando che non serve andare troppo lontano per essere d’aiuto ai più fragili. Numerosi sono i bisognosi che vengono a prendere il pane, consegnato quotidianamente dalla nostra Associazione; quello vero, che sa di farina e di grano, un bene quanto mai prezioso.

Eppure, nel tempo, l’attenzione verso le esigenze degli altri ci ha mostrato che questo pane donato può avere molte altre forme. L’iniziativa “Facciamo i Buoni” segna proprio un nuovo approccio alla carità da parte dell’Associazione Universale di Sant’Antonio: l’idea è quella di dare un sostegno a bambini e famiglie, in varie città d’Italia, attraverso la copertura di buoni pasto scolastici o buoni spesa.

L’opportunità è anche quella di coinvolgere nuovi partenariati strategici, in particolare i Comuni italiani che attraverso i Servizi Sociali si occupano direttamente della gestione delle mense scolastiche e le associazioni caritatevoli che invece sono a diretto contatto con le famiglie bisognose. Il progetto è nato dal dialogo con numerose amministrazioni comunali che ci hanno confermato quanto sia aumentata la fragilità di molte famiglie.

Per un numero significativo di nuclei familiari i costi e le tariffe delle mense scolastiche sono ancora troppo elevati (le tariffe, i costi e le fasce di reddito a cui si applicano sono decisi dall’amministrazione locale di riferimento). La percentuale dei costi che grava sulle famiglie è considerevole e, inoltre, alcune di esse non dispongono della possibilità di richiedere il modello ISEE e sono per questo escluse dall’accesso al servizio.

Persistono poi casi di morosità, a causa dell’insostenibilità dei costi, tra le famiglie beneficiarie del servizio. In alcuni casi il minore è stato perfino escluso dalla fruizione del servizio e questo è inaccettabile in quanto non si può in nessun caso penalizzare un bambino. I Servizi Sociali dei Comuni possono individuare queste situazioni e monitorarle, hanno inoltre la facoltà di prevedere l’estensione (o rimodulazione) delle fasce di reddito che accedono gratuitamente alla mensa e i criteri di progressività dei costi.

Molti Comuni hanno accolto la nostra proposta e si sono messi a disposizione per fare in modo che il “pane” arrivasse a più persone possibili. Si tratta di una ventina di amministrazioni comunali: dalla Sardegna, alla Calabria, Romagna, Veneto, Lombardia. Sono Comuni medio-piccoli che ci garantiscono un rapporto diretto con i cittadini e con l’identificazione dei bisogni.

Concretamente l’Associazione Universale di Sant’Antonio e i singoli Comuni firmano un accordo di collaborazione triennale dove si impegnano ad aiutare le famiglie fragili delle diverse comunità attraverso il sostegno alimentare diretto alle famiglie o l’acquisto di buoni pasto per permettere a tutti i bambini di poter avere un pasto sano a scuola. Urge ricordare ancora una volta che per circa metà degli alunni che si trovano in condizioni di difficoltà socio-economiche il pasto consumato in mensa è spesso l’unico pasto completo della giornata.

Il primo Comune con cui è stato avviato il progetto è stato Vigonza, in provincia di Padova, che già lo scorso anno si è messo a disposizione e ha identificato all’interno della propria comunità il sostegno per la mensa scolastica di tre famiglie e il supporto a tre anziani per il pagamento dei pasti a domicilio. Successivamente se ne sono aggiunti altri e in queste settimane, all’inizio di un nuovo anno scolastico, si stanno chiudendo gli accordi quadro con altri enti locali al fine di definire i loro bisogni specifici.

Di mese in mese, attraverso le pagine di questa rivista, desideriamo continuare a presentare il progetto e, in modo particolare, i Comuni aderenti rendendo dettagliatamente conto di come la generosità di tanti lettori e amici si è trasformata in buoni pasto per alunni bisognosi e quindi in una mano di sostegno alle famiglie più fragili dei nostri territori.

Ilaria Urbinati

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