XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Dal vangelo di Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Il giusto mezzo
“Non si è mai visto un furgone per traslochi seguire un carro funebre” chiosava in modo ironico un amico. Quando la vita finisce tutto rimane sulla terra a chi viene dopo. Affermazione scontata eppure la tentazione ad agire diversamente è sempre grande. Le cose ci danno sicurezza e non sono negative in se stesse. I beni di questo mondo servono per vivere. Il rischio è quello di vivere per i beni, di considerarli l’assoluto, il fine della propria vita e così diventarne schiavi. La saggezza del vangelo ci mette in guardia perché l’evidenza del ragionamento fatica sempre a fare breccia nella operatività e nello stile del vissuto quotidiano. «Non mi dare né povertà né ricchezze, cibami del pane che mi è necessario, affinché io, essendo sazio, non arrivi a rinnegarti e a dire: “Chi è l'Eterno?” oppure, diventato povero, non rubi e profani il nome del mio Dio» (Prov. 30,8-9).