XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Dal Vangelo di Luca
Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Quale ospitalità?
Chi non ha mai ospitato qualcuno in casa propria? Magari un parente, un amico, una persona di passaggio... L’ospitalità è cosa sacra perché genera una reciprocità di atteggiamenti e di sentimenti che mette al centro le persone. C’è una ospitalità materiale quando ci si prende cura delle necessità di qualcuno e una ospitalità spirituale quando si condivide con l’altro il proprio sentire e si apre il proprio cuore. Gesù, in Marta e Maria, ha trovato entrambe queste forme di accoglienza e di disponibilità. Si è lasciato accogliere e ha beneficiato delle loro cure. Ma anche loro sono state accolte dal Maestro e hanno visto valorizzato il loro modo di essere ma facendo ordine nelle priorità e nel modo autentico di porsi in relazione con lui. E noi di quale ospitalità siamo capaci?
In alto: Cristo nella casa di Marta e Maria, Johannes Vermeer (1655)