Un'orchestra da sogno

In piedi, al termine del concerto, tutti gli spettatori sono senza parole e continuano ad applaudire con gli occhi commossi fissando gli insoliti musicisti. Sul palco l’energia e l’entusiasmo della BIO, la Blind Inclusive Orchestra, prima orchestra sinfonica per musicisti ciechi e ipovedenti, affiancanti da grandi maestri d’orchestra. Sono quasi la metà del totale e hanno dai 12 ai 65 anni. Una splendida profezia ideata da Alfredo Santoloci, compositore e direttore d’orchestra, docente e fino al 2016 direttore del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.

«L’idea nasce seguendo le Paralimpiadi in Cina» spiega Santoloci. «Avevo visto una band di fiati di ragazzi non vedenti. Era impressionante il loro grado d’intonazione». Da lì l’intuizione: creare un’orchestra sinfonica. Così la primavera scorsa è partito il progetto. «Non è stato semplice individuare e coinvolgere strumentisti diversi dai pianisti. Li ho integrati subito come solisti. L’orchestra è a loro disposizione. Poi via via sono arrivati gli altri: fiati, percussionisti, archi». Il primo concerto è stato presentato al pubblico nell’ottobre del 2023. «Per accedere, chiunque può contattarmi attraverso i social. Dopo essermi fatto un’idea del livello di preparazione del musicista, può iniziare la collaborazione con l’orchestra» continua il direttore.

«Ai musicisti non vedenti non si richiede un alto grado di preparazione, ma solo una buona predisposizione musicale, generalmente in loro molto elevata. In tanti hanno l’orecchio assoluto, un punto di forza nelle esecuzioni. La Blind, anche per questo motivo, è un’orchestra molto speciale dal punto di vista musicale». Al posto del gesto e della bacchetta, il maestro sussurra e indica tempo e variazioni attraverso un microfono, usando la voce come metronomo. Parla con loro. I musicisti ipovedenti recepiscono con gli auricolari. Prima delle prove importantissimo è il lavoro con ciascuno per preparare ogni passaggio. «Generalmente rielaboro le partiture per dare la possibilità ai musicisti Blind di imparare le proprie parti, attraverso lo studio su tracce audio che io realizzo appositamente per ognuno di loro. Le partiture sono in braille. Il loro studio diventa tutto memoria.

I tempi certo sono più lunghi, ma è incredibile il risultato». Il primo organico comprendeva pochissimi elementi non vedenti. Oggi sono quasi la metà del totale. «La musica per me è un’altra lingua» spiega Leonardo, 14 anni, alle percussioni. «Puoi parlare attraverso uno strumento con le altre persone». «Per me è emozione pura - aggiunge Alessandro, pianista - Suonare con strumenti e coro è stato fondamentale nelle mie relazioni». «Gli strumenti si parlano - sottolinea Alessandra, al flauto traverso - Dicono chi sei. Io sono stata abituata a sentire e riconoscere il suono delle cose fin da piccola». «Sappiamo di poter contare l’uno sull’altro - spiega Greta, al sassofono - È una vera magia». «La musica? Per me è davvero la vita - confida Matteo, 13 anni, pianista - Senza, il mondo non andrebbe avanti». «Rispetto allo sport paralimpico dove i disabili gareggiano a parte rispetto ai normodotati, la Blind può competere con tutte le orchestre» spiega Santoloci. «Anzi, possiamo dire che ha qualcosa in più: i musicisti ipovedenti o ciechi hanno una capacità di concentrazione superiore ai normodotati».

L’entusiasmo e la loro energia diventa un dono per tutti, un vero amplificatore di emozioni. «I momenti di commozione per me si ripetono frequentemente durante le esecuzioni soprattutto quando dirigo a occhi chiusi» confida il maestro. «Ricordo in particolare la prima volta in cui ho affidato la direzione dell’orchestra al pianista non vedente Alessandro Mariano: alla fine dell’esecuzione ci siamo abbracciati e ho visto che entrambi avevamo gli occhi lucidi per la commozione. Senza di loro non avrei mai conosciuto tanti suoni». Difficile la sensibilizzazione delle istituzioni rispetto al progetto. L’orchestra ora ha un protocollo d’intesa con l’Istituto Sant’Alessio (a Roma) che mette a disposizione il nuovo Auditorium il sabato mattina per le prove, aperte al pubblico. «Ci siamo costituiti come onlus (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale) e abbiamo avviato una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe, per permettere l’acquisto dello strumento e coprire la spesa delle lezioni per alcuni difficile da sostenere.

La Blind sta scrivendo una storia nuova. Fino a questo momento i musicisti ciechi potevano aspirare a svolgere lavori non sempre gratificanti a causa della loro condizione di difficoltà. Da oggi in poi, anche i musicisti ciechi e ipovedenti potranno immaginare per il loro futuro professionale un’occupazione all’interno delle orchestre di tutto il mondo».

 

Laura Galimberti