Migliaia di giovani sui passi di Piergiorgio

Questa volta parliamo di 518 chilometri, 44 giorni di cammino, 63 comuni coinvolti. Sono i Sentieri Frassati, un’idea del Club Alpino Italiano (CAI). 22 percorsi in tutta Italia, ben segnati, illustrati sul web, raccontati nel libro “Pier Giorgio Frassati e i suoi sentieri” di Antonello Sica, con la prefazione di don Luigi Ciotti, con schede tecniche e spazi per la timbratura alle varie tappe. All’interno, una serie di storie sul giovane, prossimo alla canonizzazione, e i suoi sentieri per ricordare a chi si fa pellegrino il suo cammino e i suoi frutti. Non solo una credenziale, ma un’esperienza di incontro con una testimonianza che ancora oggi parla.

Torinese nato nel 1901, beatificato nel 1990, che sarà proclamato Santo il prossimo 7 settembre, era socio tra l’altro del Club Alpino. «Amava la montagna, strumento per elevare lo spirito, palestra dove temprare anima e corpo» scrivono i promotori. Ascesa delle vette e contemplazione erano tutt’uno. «Ogni giorno m’innamoro sempre più delle montagne» scriveva a un amico «e vorrei, se i miei studi me lo permettessero, passare intere giornate sui monti a contemplare in quell’aria pura la grandezza del Creatore».

L’idea nasce dopo la sua beatificazione. Nel CAI, a cominciare dalla Sezione di Salerno e poi dall’intero gruppo Regionale Campania, hanno iniziato a dedicargli un sentiero o la cima di un monte in ogni regione. «Per incontrare Dio nel creato» il motto, filo conduttore dei percorsi che sono stati inaugurati tra il 1996 e il 2012 dal CAI con la Giovane Montagna, l’Azione Cattolica Italiana, la Federazione Universitaria Cattolica Italiana - associazioni tutte di cui Frassati è stato socio - e l’Agesci: 22 cammini, di interesse naturalistico, storico e religioso, compreso un “Sentiero Frassati internazionale dell’Italia”.

Centinaia le persone che hanno lavorato al progetto. «Ogni dedica di sentiero» ha sottolineato Vito Oddo, già Presidente del CAI Siracusa, durante l’inaugurazione del sentiero più a sud d’Italia a lui dedicato «è un atto di amore verso Chi ha creato tutto ciò, nella sua infinita bontà, donandoci l’esempio di Pier Giorgio».

Anche il logo scelto (foto a destra) racconta bene l’idea di fondo: è composta dalla silhouette di due montagne, diverse ma complementari, con al centro un sentiero che le attraversa e porta in alto verso il cielo e verso un sole pieno di luce. Le due montagne in realtà possono essere lette anche come due figure in preghiera, inginocchiate una verso l’altra, che quasi in un abbraccio raccontano lo spirito dei sentieri: «Per incontrare Dio nel Creato, verso l’Alto, verso l’altro».

Maturità classica all’Istituto Sociale dei padri gesuiti, Pier Giorgio si iscrive nel 1918 al Politecnico di Torino nel corso di Ingegneria industriale meccanica con specializzazione mineraria per dedicarsi “a Cristo tra i minatori”. La sua vita spirituale infatti si sviluppa presto nella devozione a Gesù presente nell’Eucarestia e alla Vergine, onorata in particolare nel santuario alpino di Oropa, Biella. Si spende per aiutare i bisognosi, i malati attraverso la Conferenza di San Vincenzo. Poi nel 1922 entra nel Terz’ordine domenicano come fra’ Gerolamo in ricordo del Savonarola. Due mesi prima della laurea, a 24 anni, si spegne in 5 giorni per una poliomielite fulminante. Muore il 4 luglio del 1925. Incredibile la folla ai suoi funerali. La sua tomba a Pollone è divenuta subito meta di pellegrinaggi. Oggi riposa nel duomo di Torino.

Migliaia di giovani sui suoi passi
Il suo amore per le vette e per gli ultimi continua a indicare la via a tanti giovani che vogliono vivere in pienezza. Migliaia quelli che hanno percorso i suoi sentieri e che li percorreranno questa estate in preparazione alla sua canonizzazione. Davide e i suoi ragazzi scout di Riese sono stati nel tratto che costeggia il lago di Molveno. «Strada, comunità, servizio e fede sono dimensioni fondanti dello scoutismo, così evidenti nella semplicità della sua storia. I ragazzi lo hanno sentito molto vicino».

Giuseppe, che ha percorso in Sicilia il sentiero da Cassaro a Buscemi, scrive: «Non una semplice camminata, ma un tuffo nella storia e nella natura». Francesco dal sentiero Frassati nelle Marche annota: «Si conoscono i santi leggendo i libri. Pier Giorgio l’ho incontrato sul sentiero, invitando gli amici a condividere il cammino. Non da solo, perché la stanchezza non ci renda incapaci di camminare verso l’altro e verso l’alto».

Diego ha scoperto il “Frassati trentino” percorrendolo la prima volta 13 anni fa. «In 100 chilometri ha svelato, a me trentino, un territorio che non conoscevo» scrive. «Ogni tappa mi ha narrato messaggi dell’esperienza umana di Pier Giorgio: dalla scelta dei poveri al gusto della bellezza, dalla ricerca della verità al valore dell’amicizia. Ogni tappa li contiene e li custodisce, lasciando il desiderio di scoprirli a uno a uno». Un’esperienza che narra la fede e interpella la vita.

Il sogno continua: realizzare una rete internazionale dei Sentieri Frassati.

 

Laura Galimberti

Foto nell'articolo: Escursione autunnale tra San Michele e Sito Alto lungo il Sentiero Frassati della Campania (foto Antonello Sica/sentierifrassati.org)
Foto sotto: Spettacolare visione panoramica all'arrivo del Sentiero Frassati dell'Alto Adige (foto Gianni Zotta/sentierifrassati.org)