Lettera dall’Uganda

Anche quest’anno, in occasione del Santo Natale, il missionario comboniano padre Damiano Guzzetti, vescovo della diocesi di Moroto situata a Karamoja in Uganda, ha inviato all’Associazione Universale di Sant’Antonio un sentito ringraziamento per la preziosa opera di carità, di sostegno e di vicinanza rivolta al clero locale. Il grazie è stato reso ancor più concreto nel raccontare quanto la sua diocesi riesce a realizzare - anche con il nostro modesto aiuto - in situazioni davvero difficili e complicate.

Mentre tutte le nostre attenzioni sono focalizzate su quanto stiamo vivendo in Italia e sulla vicina guerra in Ucraina, ci sembra dunque illuminante riportare ampi stralci della sua lettera. «È vero che i nostri tempi sono ormai complessi e difficili da vivere. Prima la pandemia che non è ancora completamente superata continuando a minacciare le nostre vite in tutti i suoi aspetti e ora anche una guerra nel cuore dell’Europa che sta mettendo a dura prova la nostra sicurezza in tanti traguardi raggiunti a fatica.

E ancora per non dimenticare l’Africa, che attualmente vanta il triste primato di avere il maggior numero di guerre a bassa intensità. Il pianeta langue sempre più frequentemente per le ferite inflitte dall’opera umana senza scrupoli e solo preoccupata di accumulare profitto privato. È superfluo lamentarsi con Dio quando l’intelligenza della quale siamo dotati parla fin troppo chiaro delle conseguenze alle quali stiamo andando incontro se non inizieremo fin da ora a assumere la dimensione etica tanto implorata e mai messa in atto.

Forse c’è bisogno di un po’ di luce: è notte in tanti nostri ambiti e invece di lasciarsi prendere dalla paura possiamo alzare un po’ lo sguardo e incrociare la luce di Betlemme, la luce di Gesù! Qui, nel cuore dell’Africa dove mi trovo, questa luce è arrivata solo 89 anni fa ed è affascinante vedere i suoi risultati. Qualche giorno fa ho presieduto alla celebrazione del 25° di ordinazione di uno dei pochi sacerdoti nativi della Diocesi. Un tripudio di gioia, di canti e di ringraziamento all’Altissimo, ma il momento più commovente è stata l’interminabile processione di chi ha voluto essergli riconoscente con un dono nonostante la carestia di quest’anno.

Purtroppo la siccità dell’ultima stagione ha compromesso seriamente i già magri raccolti di questa terra e in aggiunta la guerra in Ucraina ha messo in ginocchio parecchi nuclei familiari. Il prezzo del carburante è quasi raddoppiato e così anche i prezzi dei beni di prima necessità. A inizio settembre molte famiglie si sono ritrovate senza cibo. Le varie organizzazioni sono intervenute e anche la Diocesi si è mobilitata per far fronte all’emergenza. I moltissimi denutriti ricoverati nel nostro ospedale sono una prova inconfutabile della gravità della situazione. La triste situazione dei bambini Karimojong sulle strade della capitale Kampala si è riaccesa dopo il lock-down a pieno ritmo.

Da mattina a sera queste piccole creature vengono costrette a mendicare ai semafori della città per poi consegnare il tutto ai tutori. Purtroppo la fame in Karamoja ha ulteriormente peggiorato la situazione di questo vergognoso sfruttamento. Il loro numero è salito esponenzialmente con la connivenza dei genitori stessi e di organizzazioni malavitose che gestiscono la tratta obbrobriosa. Come diocesi abbiamo fatto pressione sui parlamentari Karimojong che hanno fatto passare una mozione in parlamento per fare una legge che fermi lo sfruttamento minorile di Kampala.

Il contrasto a investitori senza scrupoli che si accaparrano con pochi soldi le terre di proprietà locale approfittando della emergenza della fame ha avuto un grande successo. Due mesi fa sono stati assegnati titoli di proprietà inalienabile a diverse comunità in varie zone della Diocesi. Il ministro per gli affari della terra è venuto da Kampala a presiedere alla cerimonia ufficiale di consegna dei documenti. È stato un momento di grande festa per le comunità che ora potranno stare tranquille e continuare a realizzare il loro futuro senza il pericolo di essere cacciati da casa loro. Nessuno potrà mai più impossessarsi dei loro terreni.

La recente beatificazione a Kalongo di Padre e Dottore Giuseppe Ambrosoli ci ha interpellati direttamente perché il miracolo è avvenuto a Matany nel nostro ospedale diocesano. Lucy, la miracolata, era presente alla cerimonia per ringraziare il Signore e P. Giuseppe. L’ha accompagnata il ginecologo dott. Erik Domini che ha avuto l’ispirazione di mettere l’immaginetta del Dott. Ambrosoli accanto al suo guanciale dopo avere diagnosticato la situazione disperata. Erik ha chiesto poi alle suore Comboniane di pregare per Lucy e il miracolo è avvenuto.

Le perizie mediche avvenute scrupolosamente hanno confermato il prodigio. Il cantiere della nuova cattedrale ripreso a pieno ritmo dopo la pandemia è ora a buon punto di avanzamento dei lavori e speriamo che entro un anno si possa rendere agibile regolarmente la chiesa al culto. Tutto dipenderà dalle risorse che arriveranno. Finora ci siamo limitatati a celebrare Pasqua e Natale e una ordinazione sacerdotale. Sono state prove molto utili per affinare alcuni dettagli sulla praticità e la dislocazione degli arredi sacri.

A voi, carissimi amici, non posso fare altro che esprimere il mio grazie di cuore per il vostro generoso sostegno e apprezzamento. Sono grato alla vostra condivisione che ci permette di portare avanti i progetti diocesani. Vi affido al Signore nella preghiera: vi doni la gioia di continuare a lavorare per un mondo migliore!».

 

La Redazione