Il fascino del presepe nelle nostre comunità

L’invito che vi rivolgiamo quest’anno, carissimi lettori e lettrici, è di condividere con tutta l’Associazione Universale di Sant’Antonio il presepe della vostra comunità parrocchiale! Nel riquadro accanto sono indicate le modalità di partecipazione.

È l’affresco della cappella maggiore della chiesa francescana di Montefalco in provincia di Perugia, opera di Benozzo Gozzoli realizzata fra il 1450 e il 1452, l’immagine che ci accompagna in questo mese di dicembre. Qui vediamo san Francesco che, con gesto di profonda umanità, accoglie Gesù Bambino fra le sue braccia. Un’immagine che ci trasmette gioia, speranza, ma anche l’intimità e l’affetto che lega san Francesco alla figura di Gesù. Sono passati ben 800 anni da quando il Poverello d’Assisi diede vita a Greccio a quel primo presepe vivente, nel quale voleva «rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello» (scrivono Le Fonti Francescane).

Il presepe ci invita all’essenzialità. È papa Francesco a ricordarcelo quando nel 2019 fece visita proprio a Greccio: «Davanti alla roccia di questi monti tanto cari a san Francesco, ciò che siamo chiamati a compiere è, anzitutto, riscoprire la semplicità. […] Qui non c’è bisogno di moltiplicare le parole, perché la scena che è posta sotto i nostri occhi esprime la saggezza di cui abbiamo bisogno per cogliere l’essenziale. Davanti al presepe scopriamo quanto sia importante per la nostra vita, così spesso frenetica, trovare momenti di silenzio e di preghiera. Il silenzio per contemplare la bellezza del volto di Gesù bambino, il Figlio di Dio nato nella povertà di una stalla. La preghiera per esprimere il “grazie” stupito dinanzi a questo immenso dono d’amore che ci viene fatto».

Quante volte entrando nella nostra chiesa ci siamo soffermati davanti al presepe che la comunità ha realizzato? Magari accompagnando i nipotini, raccontando loro la storia di quel Bambinello o le serate passate con gli amici della parrocchia a costruire e migliorare le scenografie, i particolari, le statuine.

Nel presepe da 800 anni «risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà», come disse san Francesco (Fonti Francescane). Da allora nelle nostre case, ma anche nelle nostre comunità cristiane, riproponiamo quella scena e ci ritroviamo attorno a quel nucleo familiare per farci provocare e “toccare” dalla «povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione» (papa Francesco, Admirabile signum).

Lodovica Vendemiati

Foto: Benozzo Gozzoli, Il presepe di Greccio, 1450-1452, Chiesa di San Francesco, Montefalco (Perugia)